Il consigliere comunale Libero Gioveni tiene accesi i riflettori sulla precarietà del sistema idrico cittadino alla luce della recente emergenza idrica che per quasi un mese ha messo in ginocchio Messina. L’esponente Udc sottolinea la necessità di indire un confronto in Aula per esaminare con freddezza quanto accaduto, per evitare che col tempo ci si dimentichi dei disagi patiti dalla cittadinanza.
“Troppo facile adesso – spiega Gioveni – abbandonare un tema che invece andrebbe affrontato subito partendo dalla mia ennesima richiesta in aula (non ancora esaudita) di convocare una seduta straordinaria aperta del Consiglio Comunale alla presenza, oltre che del sindaco e di tutti i vertici dell’Amam, anche e soprattutto della nostra deputazione regionale, perché è soprattutto con Palermo che la questione va affrontata e risolta. Atteso, intanto, che questa attuale rappresenta una fase in cui, oltre alla necessità di vigilare costantemente sui lavori del nuovo tracciato del Fiumefreddo”.
“Occorrerebbe – continua il consigliere – fare estrema chiarezza su chi realmente graveranno i costi per la realizzazione del bypass che ha consentito di far riprendere l’erogazione idrica. Occorrerà chiarire, per esempio, (fatto che certamente non può passare in cavalleria), le pesanti dichiarazioni del governatore Crocetta circa la grossa quantità d’acqua che da decenni arriva in città in esubero rispetto al numero di abitanti e alla portata pro-capite, senza considerare l’aggravante che l’erogazione in molte zone della città non si è mai avuta per 24 ore consecutive. Anche per questo l’Aula dovrà decidersi se istituire concretamente la Commissione d’inchiesta, oppure se la proposta doveva considerarsi solo frutto dell’istinto politico del momento, come spesso capita purtroppo quando si è in piena emergenza. E a proposito di emergenza, indipendentemente dall’istituzione o meno della Commissione, occorrerà fare anche una valutazione complessiva della gestione di tutti i 20 giorni in cui l’intera città ha sofferto, analizzando soprattutto i casi che hanno visto patire di più le categorie svantaggiate (disabili, anziani ecc.)”.
“E se da un lato è stato giusto aver ringraziato ufficialmente nei giorni scorsi da parte dell’Amministrazione nel Salone delle Bandiere tutti i volontari, le associazioni e i soggetti istituzionali che si sono prodigati per questa emergenza, dall’altro occorrerà adesso concentrare forze, energie, risorse, competenze tecniche e politiche affinché la “questione idrica” spiani la strada per avviare p
ersino un iter legislativo mirato, fino quasi ad emanare, perché no, una sorta di decreto “salva Messina”, infrastrutturando il territorio e tentando anche di trovare delle fonti idriche alternative o a supporto del Fiumefreddo. Ma tutto questo, come spesso accade, rischia di rimanere solo “aria fritta” se non ci si attiva subito con atti e fatti, partendo, appunto, dall’aprire ufficialmente un serio confronto politico in Aula come richiesto dal sottoscritto, che naturalmente dovrà rappresentare solo l’inizio”.
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