Aspettavano un confronto i partiti e sindacati che qualche giorno fa hanno risposto alla nota di Accorinti e Cacciola sulla gestione dell’Atm. Il confronto non è avvenuto e Adis, CittadinanzAttiva, Compagnia del Mezzogiorno, Federazione dei Verdi, Federazione Nuova Destra, Insieme per la Sicilia, Italia dei Valori, LabDem, L’alternativa Possibile, L’altra Messina, Sicilia democratica, Umanesimo e Riformismo e Reset scrivono in replica al comportamento dell’Amministrazione:
“In ogni Città i Cittadini, le Associazioni, i Movimenti e i Partiti controllano l’operato dei propri amministratori e, verificate le inesattezze o anche le semplici incongruenze, chiedono spiegazioni, riscontro e se del caso, le dimissioni dei responsabili. In ogni Città sarebbe stato civile e democratico che a precise e dettagliate rilevazioni si rispondesse accettando l’invito ad un Consiglio Comunale aperto alla cittadinanza su precise questioni. È accaduto invece in questi giorni ciò che è sempre successo a Messina: l’Amministrazione ha evitato di rispondere minacciando i “dissenzienti” di possibili azioni contro di loro ma soprattutto non ha fornito alcun chiarimento rispetto alle decine di contestazioni; ciò è stato fatto forse al fine di spostare l’attenzione su altro?”.
“L’Amministrazione comunale ha scelto, fino ad ora, di non rispondere nel merito delle osservazioni da noi formulate preferendo alzare i toni di una polemica artificiosa e spingendosi fino al punto di immaginare che la violazione della propria presunta sacralità possa legittimare azioni di tutela in altre sedi ovviamente diverse da quelle politiche”.
“E’ questo un metodo molto praticato da quanti, destinatari di osservazioni e rilievi critici relativi alle funzioni ed ai ruoli ricoperti “pro tempore” utilizzano tale metodo spesso in modo alquanto puerile per distrarre l’attenzione su altro o per dirla con linguaggio calcistico ” per sospendere il gioco buttando la palla in calcio d’angolo”. Non è nostro interesse assecondare tale metodo per cui ricordiamo ai Lavoratori di ATM, a chi la amministra ed a qualche consigliere comunale che garantire uno stipendio a fine mese non è un favore ma un dovere, così come è un dovere garantire la qualità del servizio offerto”.
“Le nostre contestazioni- sottolineano- , in proposito, dimostrano che, nonostante i super esperti e gli investimenti, il servizio di trasporto pubblico rimane, come qualità e quantità, al di sotto delle gestioni 2011 e 2012, giustamente considerate fallimentari. Non abbiamo nulla da nascondere “dal basso della nostra statura” e siamo pronti anche ad ammettere eventuali errori (anche se, avendo semplicemente comparato numeri ufficiali forniti dai diretti interessati, fatichiamo a comprendere dove potremmo aver sbagliato)”.
“Ci chiediamo – precisano -quindi se insistere nella richiesta di un confronto in Consiglio comunale cioè nella Assemblea elettiva della città costituisca ” atto di prevaricazione”o non piuttosto “esaltazione del ruolo del civico consesso al quale ci si rivolge con “istanza dal basso”? Ma tant’è. Noi quindi riteniamo di dovere insistere e se a tale legittima richiesta si ritiene di non dovere dare riscontro ciò costituisce una linea ed una scelta di comportamento politico da parte della P.A: rispetto alla quale nessuno però può immaginare di potere violare il diritto inalienabile alla espressione di un giudizio politico ed alle contestazioni di merito sulla/e attività amministrativa/e. Si ritiene che non sia così?”.
“Confrontiamoci poichè non c’è – concludono -, a nostro avviso, altro che il confronto. Bloccare, pertanto, questo processo di conoscenza non fa bene a nessuno ed impedisce di ottenere quel salto di qualità necessario per cambiare davvero le cose, non solo in ATM. Ciò che in una Città normale rappresenta la base di una comunità civile, a Messina, tanto prima quanto da due anni a questa parte, è un’ impresa ardua”.
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