Mancuso e Garofalo: “Bisogna rivedere il Piano sanitario”

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Abbiamo pubblicato proprio oggi un articolo in riferimento al cambio di rotta del Presidente Crocetta in merito all’organizzazione del nuovo piano sanità. Il governatore della Sicilia ha infatti, questa volta, puntato il dito contro il governo centrale, colpevole di non conoscere le esigenze del territorio siciliano.

Riportiamo adesso l’intervento del senatore Bruno Mancuso e del deputato Vincenzo Garofalo, che in questi hanno incontrato il Ministro Lorenzin:

“La bozza regionale relativa alla rimodulazione della rete ospedaliera siciliana va rivista in tempi brevi perché inadeguata. Insieme ai nostri capigruppo abbiamo evidenziato, confrontandoci con i responsabili ministeriali, il limiti del piano, in particolare quelli che riguardano la provincia di Messina. In quella sede è stato chiarito che  il compito del Ministero è solo quello di verificare il rispetto dei parametri stabiliti dalla legge mentre la modulazione specifica del Piano spetta alla Regione. Non solo. Lo stesso Ministro Lorenzin ha evidenziato che mai a livello centrale c’è stata la volontà di penalizzare la Sicilia, come provato dai 1700 posti letto in più predisposti. Faremo quanto possibile affinché il Piano venga rimodulato dal momento che – continuano Garofalo e Mancuso – appaiono già oggi evidenti le sue inadeguatezze”.

Il deputato Garofalo affronta più da vicino quali siano i criteri che il Piano sanità deve rispettare: “Prossimità delle cure, equa distribuzione dei presìdi sul territorio, qualità delle cure. Le previsioni del piano regionale elaborato dall’assessore Gucciardi, che arrivano a due giorni dall’accordo raggiunto in conferenza Stato/Regioni sui livelli essenziali delle prestazioni, salutato dal ministro Lorenzin con entusiasmo per la forte volontà ribadita di mettere, sempre di più e sempre meglio, al centro il paziente,  sembrano tradire questi indefettibili princìpi.
Eliminare il pronto soccorso a Mistretta e, soprattutto, a Barcellona dove ogni anno vengono curati circa 23 mila pazienti, che sarebbero costretti a fare riferimento a Milazzo dove ne vengono curati altrettanti, pregiudicherebbe fortemente il diritto alla salute dei cittadini.
In special modo in materia di sanità non si possono seguire solo criteri contabili ma occorre tenere conto dei diritti e delle necessità dei pazienti.
Il discorso vale anche per Messina dove pare che sia prevista la soppressione di quattro reparti dell’IRCCS Piemonte. Anche in questo caso sfugge la logica.  Come può essere garantita la sicurezza del paziente in una struttura dove c’è chirurgia ma manca il reparto di anestesia?  È necessario – conclude Garofalo – che chi ha predisposto questo Piano spieghi a quali esigenze risponde e come si immagina che possano essere garantiti i diritti dei cittadini”.

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