«Da cittadino messinese e da coordinatore provinciale del movimento “Il Megafono”, ritengo opportuno intervenire per contribuire alla conoscenza del destino dell’Ospedale Piemonte», così Massimo Finocchiaro, coordinatore provinciale de “Il Megafono” che affida ad una nota stampa le proprie considerazioni sulla “fusione” dell’Ospedale Piemonte con l’Ircs Neurolesi.
«È in corso una trattativa di fusione, in fase molto avanzata, fra Piemonte ed Ircs Neurolesi. Attori protagonisti – spiega Finocchiaro – sono, per un verso, le Direzioni del Papardo-Piemonte e dell’Ircs, e dall’altro, l’assessore alla Sanità, Lucia Borsellino, la VI commissione parlamentare regionale, e il presidente della Regione, Rosario Crocetta. È chiaro che i tecnici, i primi, propongono mentre la politica ha il dovere di decidere».
«Le proposte devono essere chiare – continua il coordinatore provinciale del Megafono – e le decisioni devono necessariamente tenere conto, esclusivamente, della salute e delle necessità dei cittadini. Ricordiamo tra l’altro che in riferimento alla legge Balduzzi, gli accorpamenti e/o le soppressioni devono essere oggetto di valutazione e cioè entro il 2017».
Finocchiaro tiene a chiarire la posizione del Megafono: «Il movimento che rappresento ha ben chiaro il ruolo e l’importanza del presidio Piemonte per la città, ritengo pertanto che la creazione di un centro di eccellenza riabilitativa nel cuore di Messina sia iniziativa molto importante e di grande valore considerato il fatto che questo centro sarebbe “unico” nella specificità nel meridione d’Italia. Parimenti ritengo – continua – che la mission dell’emergenza-urgenza che il Piemonte ha sempre avuto debba essere mantenuta e potenziata».
L’esponente del Megafono ricorda la proposta di un tavolo tecnico avanzata dal rettore dell’università di Messina, Pietro Navarra: «Concordo la richiesta da parte del Rettore di un tavolo tecnico. Tavolo tecnico che probabilmente si troverà a rappresentare il problema della “redistribuzione” degli oltre mille parti l’anno che si effettuano all’Ospedale Piemonte e che, con la chiusura ed il trasferimento dei reparti di Ginecologia e Ostetricia all’Ospedale Papardo, sicuramente interesserà il Policlinico “G.Martino”».
Ma la cittadinanza deve essere coinvolta, secondo Finocchiaro, che dice: «Corre l’obbligo a questo punto che tutte le parti interessate al suddetto progetto rendano partecipe la collettività aprendosi ad un ampio confronto pubblico su tutto quanto si sta pianificando per il futuro del Piemonte e di questa nuova realtà. Crediamo – continua – che questa possa e debba essere l’unica strada percorribile affinché venga fatta chiarezza con i cittadini che ogni giorno sono, a volte anche provocatoriamente, confusi da fiumi di comunicazioni, spesso contraddittorie tra loro, da parte di più o meno autorevoli personaggi politici, del settore e delle parti sociali».
Concludendo Finocchiaro ricorda che «il presidente della VI commissione parlamentare regionale, Di Giacomo, qualche giorno fa dopo aver dichiarato “So che qualche direttore generale sta pensando di chiudere reparti in violazione del Piano approvato dal parlamento”, ha nominato l’avvocato Angela Barone consulente a titolo gratuito della Commissione legislativa. Tra gli altri delicati compiti, l’avvocato Barone, avrà quello di segnalare alle autorità giuridiche, giudiziarie e politiche competenti ogni iniziativa delle aziende sanitarie in contrasto con la rete ospedaliera regionale pubblicata sulla Gurs lo scorso gennaio a firma dell’assessore alla Sanità Lucia Borsellino».
(306)