residenza virtuale

Favorire l’integrazione sociale con la “residenza virtuale”. Presentata l’iniziativa

Pubblicato il alle

3' min di lettura

residenza virtuale

Nessun colore politico, nessun fine di lucro per l’iniziativa di assoluto valore sociale proposta dal consigliere comunale Libero Gioveni, sostenuto dagli avvocati Tiziana Arcoraci, Alessia Giorgianni, Cristina Lo Schiavo, Carmela Giordano, Carmelo Picciotto. Istituire la residenza virtuale per i cittadini senza fissa dimora o senzatetto italiani e stranieri comunitari e non con permesso di soggiorno è la proposta di delibera depositata ieri da Gioveni e già condivisa in maniera trasversale da 13 consiglieri.

“Non a scopo di lucro” hanno più volte ribadito gli avvocati che questa mattina hanno presenziato alla conferenza stampa di presentazione alla Sala Ovale di Palazzo Zanca e che già offrono prestazioni gratuite alle persone non abbienti.

«La residenza anagrafica ˗ ha ricordato Gioveni ˗ costituisce un diritto per il cittadino e un obbligo di legge per il Comune». Con l’istituzione di quella virtuale anche coloro che dimorano nei cosiddetti alloggi impropri o non idonei ˗ luoghi sprovvisti di requisiti igienico-sanitari, campi, roulotte, baracche ecc. ˗, i richiedenti asilo con permesso di soggiorno, potrebbero avere la possibilità di regolarizzare la propria posizione secondo quanto stabilito dalla normativa nazionale e avere accesso ad eventuali sussidi; all’iscrizione all’Ufficio di Collocamento; ricevere prestazioni socio-assistenziali e posta privata; presentare istanze.

Altri comuni italiani come Milano, Roma e Torino ˗ ha evidenziato Gioveni ˗ si sono già attivati in questo senso, rendendo effettivo il servizio. La residenza “fittizia”, qualora dovesse passare la proposta di delibera, verrebbe rilasciata su esplicita richiesta dell’interessato che desidera usufruire di una simile opportunità.

Un’iniziativa lodevole sotto il profilo sociale che si pone come obiettivo esclusivo quello di eliminare il fenomeno dell’emarginazione e favorire di contro i percorsi di integrazione. Considerato il forte disagio abitativo che interessa la città dello Stretto, esacerbato dalla crisi economica, con la residenza virtuale anche i messinesi raggiunti da un’ordinanza di sgombero potrebbero continuare a mantenere i propri diritti di cittadini, in termini di equità e di uguaglianza.

Già a favore dei più deboli e dell’apertura di un dormitorio pubblico, ancor prima della realizzazione della “Casa di Vincenzo” ˗ Gioveni aveva indicato una struttura che avrebbe potuto svolgere questa funzione nell’ex macello ˗ , il consigliere comunale ha ora individuato in “Piazza Unità d’Italia” il luogo simbolo dove notificare tutte le richieste. Una proposta che, al momento, rimane tale e che lascia aperta la possibilità di scelta di un qualsiasi altro luogo da destinare a questo scopo. Nella delibera viene specificato che «ogni comunicazione diretta alle persone iscritte a Piazza Unità d’Italia s’intende notificata, a tutti gli effetti, mediante la pubblicazione presso l’Albo pretorio online nel sito del Comune di Messina, ai sensi dell’articolo 143 e dall’articolo 32 della Legge 69/2009».  

Numerosi professionisti locali e associazioni di volontariato attive sul territorio ˗ come Help Center, costituita da medici che si sono messi a disposizione della collettività in stato di disagio, oltre gli avvocati di cui sopra ˗, unitamente alla Caritas Diocesana, sostengono il progetto. Eliminare il disagio, offrire opportunità di integrazione sociale rappresenta un importante passo verso il livellamento di quella disuguaglianza che penalizza inevitabilmente i soggetti più deboli.

 

Giusy Gerace

 

 

(123)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

error: Contenuto protetto.