Ex caserma Bisconte, D’Uva: “Centro sovraffollato. A Messina nessun hotspot”

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“Sovraffollamento, condizioni disagiate, migranti che dovrebbero testimoniare nei processi contro i presunti scafisti lasciati nei centri, quando invece dovrebbero stare in luoghi protetti”. È questo il bilancio del blitz ispettivo fatto stamattina dal PortaVoce del MoVimento 5 Stelle, Francesco D’Uva, all’ex Caserma Bisconte, a Camaro.

Il deputato, accompagnato da una delegazione, ha potuto rilevare diverse criticità all’interno del centro di prima accoglienza lì allestito. “La situazione peggiore – ha dichiarato al termine della visita – è quella del sovraffollamento. Il centro dovrebbe fungere da prima accoglienza, ossia per non più di 72 ore dall’arrivo di un migrante, eppure abbiamo rilevato che questi vivono lì da 30 giorni!”.

Secondo l’articolo 18 del Testo Unico sull’Immigrazione, i potenziali testimoni di un processo dovrebbero stare in un luogo protetto. “Non è così – tuona D’Uva – poiché nel centro vi sono una ventina di uomini che dovrebbero testimoniare contro i loro scafisti. Un’altra anomala situazione che ho riscontrato riguarda poi i minori stranieri non accompagnati divenuti maggiorenni. La legge prevede che una volta compiuti i 18 anni, questi ragazzi non vadano direttamente agli Sprar, come sarebbe giusto, ma tornano a Bisconte ed alla tendopoli del PalaNebiolo, entrambi centri di Prima Accoglienza”.

Il deputato, terminata la visita, ha contattato la Prefettura di Messina per sollecitare immediati interventi. “Mi è stato detto – conferma D’Uva – che questi intoppi verranno risolti al più presto. Inoltre, il Ministero ha chiarito che a Messina non vi sarà alcun hotspot. L’unica certezza è che il dicastero ha già avviato una convenzione quadro per la procedura di ristrutturazione della caserma Bisconte”.

 

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