In relazione alla firma del protocollo con il quale è si è sancito lo scioglimento dell’Ente Porto, la capogruppo del Nuovo CentroDestra in consiglio comunale, Daniela Faranda, ha commentato: «Era un atto dovuto! Sono lieta che si sia giunti finalmente a questa soluzione e mi compiaccio che il Governo Regionale, una volta tanto, non sia rimasto inerme di fronte a una questione relativa alla nostra città. In questi anni, abbiamo assistito molte volte a trattamenti di serie B: si pensi alla questione Teatro, ad esempio».
La capogruppo ha continuato: «Per chi è a Palermo non dovrebbero esistere, tra le realtà dell’Isola, figli e figliastri e noi non possiamo permetterlo. L’obiettivo, adesso, è mantenere alta l’attenzione sulla riqualificazione delle aree straordinarie che costituiscono lo scenario paesaggistico e naturale del nostro territorio: a partire dal waterfront, risorsa per troppo tempo relegata al ruolo di deposito o peggio ancora di discarica. Sulla realizzazione di un piano di fruizione pubblica delle aree di Maregrosso, io stessa avevo presentato un’interrogazione a novembre perché il lavoro sin qui fatto non vada perduto venendo di nuovo abbandonata o, peggio ancora, rioccupata».
«Non possiamo più trascurare — prosegue la nota di Faranda — la costa che bisogna, al contrario, sviluppare. Godiamo di ben 56 km di litorale da Giampilieri ad Ortoliuzzo; altrove questo sarebbe stato stimolo per incentivare il turismo e finanche rendere fruibile il godimento di tanta meraviglia per chi ha fortuna di vivere una città così dotata naturalmente. Invece assistiamo a veri e propri scandali come la presenza di liquami che invadono villaggi a causa di una cattiva manutenzione dei tombini e aree come ad esempio Acqualadroni, S.Saba, Mili che potrebbero rappresentare un Eden nei tanti mesi caldi di cui beneficiamo durante l’anno, diventa uno scenario catastrofico, invasi da liquame maleodorante e sgradevole per le famiglie che vi risiedono».
«L’estate si avvicina — conclude — e dobbiamo pianificare per tempo, per valorizzare i nostri territori, piantandola una buona volta di ignorarli o peggio ancora mortificarli. In fondo non è merito nostro se viviamo in una città così ben dotata, ma è colpa di tutti lasciarla sfiorire e non svilupparla».
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