Alle amministrative 2013, a Messina ha vinto l’ignoranza. Quasi quattromila schede annullate (secondo alcune fonti non ufficiali), gli incredibili ritardi negli spogli, la dicono lunga sulla pessima interpretazione, da parte dell’elettore, del sistema di voto e sulla scarsissima preparazione degli addetti alla lettura del voto. E se una “macchina” non funziona la colpa è del conducente, ma soprattutto del meccanico che la “‘prepara”.
Di schede annullate ce n’è per tutte le liste. Da quella in cui si barrano simboli opposti di candidato sindaco e lista, a quella in cui il nome del candidato comunale di centrodestra è appaiato al nome dell’aspirante sindaco di centrosinistra. E ancora, la doppia preferenza attribuita a uomo e donna di liste diverse, alcune addirittura di opposta fazione. L’ufficio elettorale del Comune sta cercando, in queste ore, di districarsi nella difficile valutazione di ogni singola scheda. Mentre l’esercito di chi agognava il posto al Comune o una sedia al quartiere, “scalpita” per sapere, chi già non lo sa, se “è salito” e, se no, “per quanti voti non è salito”. Molti sono pronti ai ricorsi. Almeno sin qui, e almeno a parole.
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