«Abbiamo subìto una sconfitta netta alle elezioni, una sconfitta chiara ed evidente. Per questo motivo lascio la guida del PD: è doveroso aprire una pagina nuova per il partito».
E’ ufficiale: Matteo Renzi si dimette da segretario del Partito Democratico, anche se specifica che le sue non sono dimissioni ad effetto immediato. «Come previsto dallo Statuto, ho già chiesto che venga convocata un’Assemblea nazionale per aprire la fase congressuale ma lascerò solo dopo l’insediamento del nuovo governo». Queste le parole appena pronunciate davanti alla stampa, in cui Renzi ha analizzato nel dettaglio i risultati delle elezioni 2018. «Abbiamo perso, ma chi ha vinto non ha i numeri per governare. Avrebbe potuto averli se non avesse detto no alla riforma sulla legge elettorale. Oggi, invece, è vittima dei suoi stessi stratagemmi».
Chiaro il riferimento a Luigi Di Maio che ha sottolineato che il Movimento 5 Stelle è il vincitore assoluto delle elezioni, con circa 11 milioni di voti e di essere pronto a governare l’Italia.
Nessun rimpianto, nessuna tristezza trapela, però, nel discorso di Renzi, che ricorda gli importanti traguardi raggiunti negli ultimi anni: «Abbiamo fatto crescere il paese, vedremo se chi salirà al governo sarà in grado di fare meglio. Se ci riusciranno, tiferemo per loro attraverso un’opposizione leale, che non cede alla cultura dell’odio».
Nonostante l’apertura al confronto e al dialogo per il bene del paese, Renzi sottolinea anche i tre grandi no a cui il PD non è disposto a rinunciare:
- NO agli inciuci,
- NO ai caminetti ristretti,
- NO agli estremismi.
E poi conclude dicendo: «Cosa farò adesso? Farò il senatore semplice, grazie ai voti di Firenze che, dopo 14 anni continua ancora a sostenermi». Nel collegio uninominale 01 – Firenze, infatti, Matteo Renzi ha ottenuto 109.830 voti, pari al 43,89% delle preferenze.
Dopo le dimissioni di Renzi, adesso tutti aspettano di conoscere chi verrà chiamato al Quirinale dal presidente della Repubblica Mattarella.
(231)