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D’Alia ci ripensa e dice no al testo di riforma delle Province. Picciolo “esalta” Crocetta

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provinciaPrima, ovvero ieri pomeriggio, “esalta” la riforma con il “taglio” delle Province. Ma questa mattina il segretario regionale dell’Udc, Gianpiero D’Alia, annuncia il no all’Ars del partito all’abolizione così come elaborata nel disegno di legge del governo Crocetta. “Non voteremo mai un testo burla sulle province – scrive D’Alia – noi siamo per la soppressione con contestuale trasferimento delle funzioni a comuni e Regione. Siamo per la fusione dei piccoli comuni al di sotto dei 10.000 abitanti e per l’obbligo della unione dei comuni per quelli al di sotto dei 50.000 abitanti. Pensare di cambiare il nome alle province chiamandole unione dei comuni, prevedendone, inoltre, l’ampliamento del numero con una delibera di giunta mi sembra obiettivamente una burla che rischia di bruciare i pochi risparmi di spesa”. Lo afferma Gianpiero D’Alia, segretario regionale siciliano dell’Udc a proposito dell’ipotesi di riforma delle province avanzata dal presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta. “Siamo, inoltre, contrari al reddito di cittadinanza perchè vogliamo un serio ed efficace piano di lotta alla povertà e di sostegno alle famiglie che non ce la fanno ad arrivare alla fine del mese”, prosegue il segretario centrista che aggiunge: “Qui per noi sta il confine tra populismo e buon governo. Ne parleranno oggi i nostri deputati in gruppo all’Ars e decideremo il da farsi sabato prossimo al nostro comitato regionale”. Insomma tra l’Udc e l’alleato governatore si è al primo vero “scontro” che potrebbe riservare colpi di scena in assemblea regionale e nel futuro assetto politico che sta reggendo la Regione. A sostegno della riforma è il deputato regionale dei Democratici Riformisti, Beppe Picciolo, che scrive: “sulla cancellazione delle province abbiamo trovato un ottimo accordo tra le forze parlamentari che sostengono il presidente Rosario Crocetta. Da domani lavoreremo per la riconversione delle province regionali sostituite da consorzi di Comuni che diventeranno enti di secondo livello sotto il profilo elettivo. Si tratta di una decisione epocale che segna davvero la rivoluzione che con Crocetta stiamo realizzando in Sicilia e che permetterà, unitamente agli altri provvedimenti proposti, al popolo siciliano di rialzarsi dopo anni di asservimento a logiche assistenzialistiche. In tal senso tra le decisioni prese nella riunione con i capigruppo della maggioranza che sostiene il Governo Crocetta particolare importanza assume l’immediata applicazione dell’art. 37 dello Statuto siciliano e l’immediato affidamento alla Serit della riscossione diretta della quota di accise di competenza della Regione siciliana fino ad oggi rimasta nelle casse dello Stato da quelle imprese industriali e commerciali che hanno la sede centrale fuori del territorio della Regione, ma che in essa hanno stabilimenti ed impianti. Inoltre altrettanto utile alla causa autonomista risulta l’idea del Governatore di istituire, così come previsto dallo Statuto, l’Alta Corte in Sicilia che avrà le competenze finora riconosciute alla Consulta ed ancora più interessante la creazione delle Città metropolitane a Palermo, Catania e Messina che consentirà di accedere a finanziamenti sino ad oggi non utilizzati”.

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