Anche l’Università di Messina sotto la scure della Finanziaria varata ieri dalla Giunta regionale in trasferta a Catania.
La Finanziaria è stata approvata, ma manca la copertura, al momento, per le spese delle università, dei teatri, della protezione civile.
Bisognerà aspettare la fine della prossima settimana per avere chiarezza, per sapere se ci sono fondi che si possono destinare ai settori rimasti scoperti.
L’“Allegato 1″, quello che contiene tutti i finanziamenti, l’anno scorso valeva ben 280 milioni di euro. Soldi che finanziano circa 160 realtà, dalle tre università, fino a diverse realtà sportive della regione.
Per tutto questo la spesa disponibile al momento è uguale a zero. Lunedì e martedì l’assessore regionale all’Economia, Alessandro Baccei, sarà a Roma per capire, tecnicamente, come reperire soldi per la Sicilia, ma è serio e giustificato il timore di non ottenere nulla, dato che la Regione è alle prese con un buco che va dai tre miliardi ai tre miliardi e mezzo di euro.
Anche Rosario Crocetta si attiverà, ma su un tavolo politico.
Roma ha promesso a Palermo tra i due e i due miliardi e mezzo di euro, in base agli impegni presi nella Finanziaria e alla profondità delle riforme che si intendono varare. Mancano, quindi, nella migliore delle ipotesi, 500 milioni di euro, nella peggiore un miliardo e mezzo.
Giustificati quindi i timori delle università di Palermo, Catania, Messina ed Enna, che fino all’anno scorso hanno incassato una decina di milioni di euro. Appesi ad un filo anche Taormina Arte, l’Inda di Siracusa e tutti i teatri e l’Orchestra sinfonica siciliana.
Niente ancora è previsto per i fondi da destinare alle attività sportive.
Sui tavoli aperti alla presidenza del Consiglio, ci sono diverse opzioni che prevedono lo storno alla Regione di parte dell’Iva sui consumi e dell’Irpef dei dipendenti statali che lavorano in Sicilia. Inoltre, il ministero dell’Economia dovrebbe autorizzare l’impiego del Fondo sociale e coesione (Fsc), per consentire di redigere un bilancio in grado di rispondere alle esigenze della Sicilia. Ma tutto questo non risulta sufficiente per coprire il fabbisogno della Regione.
Maggiori dati si potranno avere tra una settimana.
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