«La Corte dei Conti conferma i nostri dubbi, il piano di riequilibrio non è sostenibile»: commentano così i consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle la relazione inviata dall’organo costituzionale che evidenzia diverse criticità nel piano di riequilibrio presentato dal Comune di Messina.
Una relazione di 81 pagine, con un riassunto finale diviso in 10 punti, per chiedere chiarimenti all’Amministrazione De Luca circa il piano di riequilibrio della città di Messina. Questo il contenuto della relazione firmata dal magistrato istruttore Adriana Parlato, cui il sindaco Cateno De Luca ha annunciato che risponderà il 10 gennaio. In quella data, ha scritto sui social, «invieremo le risposte ai dieci quesiti che sono stati formulati perché noi il nostro mestiere lo sappiamo svolgere senza se e senza ma». Intanto, la politica messinese ha detto la sua e il presidente della Commissione Bilancio, il consigliere Massimo Rizzo, convocherà una Seduta apposita per discutere la questione.
A intervenire, anche i consiglieri del gruppo del Movimento 5 Stelle Andrea Argento, Cristina Cannistrà e Giuseppe Fusco: «Al netto della perenne campagna elettorale del sindaco Cateno De Luca – scrivono in una nota –, la verità è ben diversa da quella mistificata sui social. E lo dimostrano, ancora una volta, le numerose criticità a cui fa riferimento il provvedimento dell’organo costituzionale, che chiede chiarimenti su dieci punti. I temi, del resto, sono quelli su cui ci siamo soffermati durante tutto il nostro mandato: riscossioni, debiti fuori bilancio, risanamento dei conti e partecipate. Quesiti sui quali l’Amministrazione è chiamata adesso a fare la massima chiarezza, fugando le perplessità sollevate dall’Ente, che sono anche le nostre».
«Da tempo, ormai, sosteniamo che il piano di riequilibrio adottato dalla Giunta non sia sostenibile – proseguono. Lo abbiamo sostenuto più volte, sin dall’inizio, ma hanno avuto la meglio gli autoproclami e le ricostruzioni da azzeccagarbugli. Così come da mesi sottolineiamo l’urgenza di adottare delle misure preventive per sostenere il contrasto all’evasione tributaria, che ha raggiunto a Messina una situazione non più tollerabile, aggravata dalla scarsa capacità di riscossione dei tributi comunali da parte dell’Amministrazione targata Cateno De Luca, certificata dal Collegio dei Revisori dei Conti».
«I dati – concludono i consiglieri pentastellati – sono inequivocabili: se poco più di un anno fa lo stesso Organo di Revisione aveva quantificato i residui attivi della Tarsu-Tares –Tari in una cifra superiore ai 132 milioni di euro, adesso le cifre sono ulteriormente peggiorate: da quanto riporta la relazione dell’organo di revisione sulla proposta di delibera relativa al rendiconto di gestione anno 2020, non ancora esitata, i residui attivi superano i 158 milioni, con un notevole incremento. La verità è questa, ben distante da quella distorta raccontata su Facebook».
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