Attraverso un documento a firma dell’esperto di Finanza Pubblica Paolo Bitto, CapitaleMessina interviene sulla replica dell’assessore Guido Signorino alla corte dei Conti che stangava l’amministrazione comunale.
“Non convince CapitaleMessina la risposta che l’assessore Guido Signorino ha dato alle osservazioni della Corte dei Conti, nel corso della conferenza stampa del 2 aprile. L’esponente della giunta, infatti, ha voluto sostenere che le osservazioni della Magistratura Contabile scaturiscono esclusivamente dalle criticità rilevate nella relazione dei Revisori dei Conti al consuntivo 2014 e che pertanto l’amministrazione risponderà chiarendo che quanto rilevato dai Revisori non corrisponde alla realtà.
Signorino, con le sue dichiarazioni, dimostra però di non aver ben letto le premesse della nota della Corte dei Conti del 23/03/2016, nella quale si legge: “In data 10 marzo 2016 l’organo di revisione del Comune di Messina ha inoltrato la relazione sul rendiconto 2014. Dalla suddetta relazione e dalla successiva attività istruttoria, sono emerse, allo stato degli atti, le seguenti criticità”. Da quanto detto si evince chiaramente il fatto che la Corte dei Conti ha effettuato una autonoma attività istruttoria e che fa sue le criticità rappresentate dal Collegio dei Revisori, tanto da riprenderle, in tutto o in parte nelle proprie osservazioni.
CapitaleMessina spera che: “nel corso della prossima audizione, almeno questa volta (sarebbe la prima), l’amministrazione riesca a rispondere con atti e non con proclami alle innumerevoli problematiche sollevate, non solo economico/finanziarie, ma anche gestionali”.
Anche Reset, rappresentatao da Alessandro Tinaglia, interviene sul caso:
“Questa Città non può più accettare il dibattito sul nulla, non può più accettare che l’attaccamento alla poltrona ed al potere prevalgano sull’interesse collettivo, non può più accettare che non esista un progetto serio e condiviso di sviluppo e che si navighi a vista affrontando le emergenze. Questa città non può più accettare che l’ordinaria amministrazione, come la predisposizione (e neanche l’approvazione) di un bilancio preventivo dell’anno precedente, si tramuti nell’ennesima SVOLTA EPOCALE!
I fatti sono che Messina è l’unica Città Italiana a non aver ancora approvato il bilancio preventivo 2015.
La decisione di fondare reset nel 2011 nacque dalla necessità di costruire un’alternativa ad una Politica incapace di dare risposte alla nostra comunità. Non avevamo, allora come oggi, niente contro nessuno in particolare ma il solo ed esclusivo obiettivo di portare anche in Politica quella “ragionevolezza” che, nella vita di tutti i giorni se sei malato, ti porta a rivolgerti al medico più bravo quando scopri di avere un tumore. Ebbene, la nostra convinzione che già allora la Città fosse pronta a tale cambiamento non aveva tenuto conto del fatto che la Politica è come un “buco nero” nel quale le regole della ragionevolezza non valgono. I Messinesi, infatti, non compresero che se scegli di cambiare medico perché il precedente non è stato capace di curarti non lo fai solo in base al fatto che il nuovo medico sia onesto ma anche e soprattutto perché sai che è competente e capace di risolvere il problema.
Le parole “competenza” e “politica” quindi non sono state, fino ad oggi, compatibili.
Per confermare tale affermazione basta pensare ai fatti accaduti nelle ultime ore che ci dicono che a fronte di un debito del Comune di Messina di oltre 400 milioni di euro, al netto della scadenza dei 45 giorni di preavviso di dimissioni del Presidente Zaccone, e l’approvazione del Consiglio Comunale) ascoltiamo l’ennesima conferenza stampa nella quale Sindaco, Assessori e Direttore Generale si presentano ai Messinesi (forse reputandoli con l’anello al naso) con toni trionfalistici raccontando l’ennesima svolta storica che questa volta si tramuta addirittura nel MIRACOLO DELLA RESURREZIONE!
Questo basta per far capire a tutti come non ci sia alcuna differenza tra la politica preaccorintiana e quella attuale.
Le cose quindi non cambieranno finché i Messinesi non reclameranno risultati e quel senso di responsabilità che chi va ad amministrare deve possedere, mettendo avanti l’interesse collettivo rispetto a quello personale e quindi portando ad ovvi e necessari passi indietro pur di tutelare la comunità. Le cose quindi non cambieranno fin quando di fronte a fatti oggettivi sarà possibile che un “politico”, di prima, di ora o di domani, si possa permettere di negare le promesse fatte in campagna elettorale (come quella di dichiarare il dissesto e di iniziare un operazione verità finalizzata all’individuazione dei responsabili). Le cose non cambieranno fino a quando i Messinesi continueranno ad accettare di essere presi in giro da chi li amministra, qualunque sia il suo nome”.
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