Proprio nell’aula che oggi vedrà la consegna dei nomi di coloro che prenderanno in mano le sorti del Comune, ieri sera, la stessa aula, ha forse messo la parole fine sul “salvataggio” dell’amministrazione dal dissesto economico-finanziario. Ventitrè consiglieri comunali hanno respinto il contratto di servizio con l’Amam che prevedeva 15 milioni di euro l’anno dall’ente alla “casa madre” per dieci anni quale canone concessorio; fondi previsti nel Piano di riequilibrio decennale e che fanno parte dell’impalcatura per “alleggerire” il debito nei prossimi anni e per ottenere il prestito da 50 milioni di euro dallo Stato. Il no del Consiglio, scontato, dopo le bocciature di Revisori dei Conti e per due volte del Collegio della Difesa, non dà più margini di manovra all’amministrazione Croce e adesso si attende che la nuova amministrazione dica la sua. Da indiscrezioni pare che il commissario Croce abbia pronta la dichiarazione di dissesto ma non essendo un atto urgente e indifferibile toccherà ai prossimi “inquilini” del Comune pronunciarsi definitivamente.
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