«La nomina dell’ennesimo commissario da parte del Presidente della Regione Rosario Crocetta, rappresenta l’emblema di un’azione politica che, lungi dall’essere volta alla soluzione reale dei problemi, appare piuttosto finalizzata ad esercitare un controllo su ruoli chiave della città, in vista delle prossime elezioni amministrative». Così in una nota del Pdl in merito alla notizia del commissariamento dell’Ente teatro da parte della Regione. «Di fatto ― prosegue la nota ― il Presidente sta facendo la sua campagna elettorale a Messina. Piuttosto che nominare un commissario per il teatro Vittorio Emanuele, Crocetta avrebbe dovuto occuparsi di risolvere le questioni che ne rendono, ad oggi, difficile l’ordinaria gestione. avrebbe dovuto, prima di tutto, verificare che fine abbiano fatto le “tabelle di equiparazione” dei dipendenti in organico ai ruoli regionali». Redatte ad ottobre 2012 dal dottor Di Miceli, nominato commissario ad acta dall’assessore regionale Daniele Tranchida, «da allora la Regione, che avrebbe dovuto approvarle o rimandare al mittente con le sue osservazioni, non ha dato alcuna notizia in merito nonostante le numerose sollecitazioni da parte dell’Ente ( 5 raccomandate con ricevuta di ritorno alle quali non è mai stata data risposta). Le tabelle sono fondamentali in quanto propedeutiche alla redazione della pianta organica chiesta a gran voce dai sindacati». Il Pdl ribadisce nella nota che la battaglia per ottenere quanto indicato e scongiurare il taglio dei finanziamenti debba risolversi in un fronte comune, al di là delle singole appartenenze politiche. «Non è accettabile che la nostra città, che ha un solo teatro per l’offerta congiunta di musica e prosa, accetti passivamente una decurtazione dei finanziamenti del 27% rispetto allo scorso anno, decurtazione che, oltre a rendere impossibile una qualsivoglia programmazione artistica degna della tradizione del Vittorio, mette seriamente a rischio il posto di lavoro dei dipendenti. I 4 milioni di euro di finanziamento previsti dal bilancio regionale 2013 ― concludono ― non basterebbero a coprire neanche le spese fisse dell’ente che ammontano ad oggi a 4 milioni 251 mila euro».
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