E’ stato discusso oggi all’Ars il disegno di legge sull’istituzione del codice etico per le cariche pubbliche e gli amministratori, approvato all’unanimità dalla Commissione regionale antimafia oltre un anno fa ed approdato oggi all’esame dell’Assemblea, che ha avviato la discussione generale.
Erano 250, in apertura oggi, gli emendamenti presentati al ddl che si sviluppa in 36 articoli e per la prima volta introduce sanzioni per chi non rispetta le norme. L’Ars ha già applicato in passato altri codici etici, ma si trattava di regolamenti emanati dalla giunta regionale, oggi invece si è esaminato il primo disegno di legge che prevede dure sanzioni.
Nel dettaglio, viene stabilito che i deputati rinviati a giudizio per reati di particolare gravita’ saranno ineleggibili alle cariche di componente dell’Ufficio di Presidenza dell’Ars, del Collegio dei questori e degli uffici di Presidenza delle Commissioni legislative e speciali. Se il rinvio a giudizio colpisce un deputato che già ricopre una di queste cariche, questi decade con effetto immediato.
Giro di vite anche sui cambi di casacca: nell’ipotesi di passaggio del deputato regionale ad un gruppo parlamentare diverso da quello di origine è revocata l’erogazione del contributo al gruppo parlamentare di successiva iscrizione. L’amministratore o il deputato non potrà accettare alcun sostegno finanziario o qualsiasi altra utilità direttamente o indirettamente collegata alla propria attività politica e amministrativa.
Un percorso da compiere che mostra subito difficoltà ad essere intrapreso. Primo stop in Aula, infatti, già nel pomeriggio.
Il disegno di legge e’ stato rinviato all’esame congiunto delle commissioni antimafia e affari istituzionali per verificarne la compatibilità con la normativa in vigore.
Dei 250 emendamenti presentati al ddl, diversi erano soppressivi, ma con il rinvio in commissione sono stati ritirati. Il codice etico tornera’ in Aula il prossimo martedì.
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