E’ tornato oggi a Palazzo Zanca per riprendere le sue cose e lasciare l’armadietto agli eletti. L’ex consigliere comunale Giovanni Cocivera, oggi al Pd e fino alla campagna elettorale delle comunali nel gruppo Pdl ed espressione del deputato regionale Santi Formica, insieme ad Alessia Currò e Giovanna Venuti ha proposto, con l’assistenza dell’avvocato Silvano Martella dello studio Marchese, il primo ricorso al Tar di Catania. Obiettivo: annullare la vittoria di Renato Accorinti e far insediare Felice Calabrò. Cocivera, che ha già espresso la sua posizione sul “suo” ricorso oggi parla del secondo atto che è stato notificato ieri e che punta al riconteggio dei voti per riportare in sella Calabrò. “Non conosco questi tre nuovi ricorrenti – ha dichiarato Cocivera – lo giuro sui miei figli come sui miei figli giuro che sul nostro ricorso non c’è alcuna volontà di Calabrò che ho soltanto sentito telefonicamente pochi giorni fa, non avevo il coraggio di chiamarlo dopo la sconfitta al ballottaggio ma Calabrò non c’entra nulla con i ricorsi”. I tre nuovi ricorrenti si chiamano Eleonora Falduto, Giovanni Smedile e Rita Todaro. Anche negli ambienti del Pd dicono di non conoscere i loro cognomi. “Non li conosco – ripete Cocivera – io posso parlare soltanto del mio ricorso dove Calabrò non ha nulla a che fare anche se si trova in una posizione di principale interessato, posso dire invece che il Pd e gli organi del partito sapevano”. Il 5 dicembre il Tar di Catania deciderà dopo l’udienza se accogliere o meno il ricorso. Sul secondo occorrerà attendere la fissazione dell’udienza. “Dico di più – prosegue Cocivera – che la mia è una “battaglia” di principio, i presidenti di seggio hanno fatto molta confusione, a me sono mancati anche voti familiari, se Calabrò dovesse insediarsi sindaco potrei anche rinunciare a un’eventuale carica, potrebbe anche non interessarmi fare il consigliere”. Cocivera, comunque, usa il condizionale.
Il sindaco Accorinti, interpellato sul secondo ricorso, poco prima di prendere parte all’inaugurazione della nuova nave di Rfi “Messina”, ha dichiarato: “Di ricorsi ne possono fare anche duecento, noi abbiamo già vinto”. @Acaffo
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