Sono giorni di caos all’ente Teatro Vittorio Emanuele, che ha visto esplodere in tutta la sua gravità una crisi nata durante i caldi mesi estivi, quando si sono registrate le dimissioni dal Cda di Totò D’Urso e Giovanni Moschella.
Come marinai in fuga da una nave ormai prossima ad affondare, piano piano hanno presentato le loro dimissioni anche gli altri componenti del Consiglio d’Amministrazione, come il vicepresidente Daniele Macris e il consigliere Giovanni Giacoppo, gli ultimi in ordine di tempo.
In carica sono rimasti solo il presidente Maurizio Puglisi e il consigliere Laura Pulejo, per un Cda che sembra davvero troppo scarno per evitare l’intervento della Regione che, secondo molti, potrebbe annunciare il commissariamento entro una manciata di giorni.
Molto presto la crisi dell’ente approderà tra i banchi della commissione cultura presieduta da Piero Adamo, con l’esponente del centrodestra che chiede al sindaco Renato Accorinti di uscire allo scoperto: “Verosimilmente tra due giovedì sarà possibile attenzionare questa crisi dell’ente Teatro che ci lascia molto perplessi – ha dichiarato Adamo – questo sarà l’ennesimo approfondimento che la commissione da me presieduta darà sullo stato di salute del Teatro, perché già da molto tempo, anche quando c’era in carica l’ex assessore, Perna, abbiamo acceso i riflettori su quello che stava accadendo all’interno del Cda. Naturalmente ci dovrà essere la presenza del sindaco, Accorinti, come del Presidente, Puglisi, e del sovrintendente, Bernava. Avevamo compreso che ci fossero numerosi aspetti da guardare con attenzione, non dico che avevamo visto lungo o che io o qualche mio collega siamo stati profetici, ma in questo scenario trovo veramente assurdo il silenzio del sindaco”.
Adamo chiede quindi un intervento deciso del primo cittadino: “Accorinti fin qui è stato in silenzio e ci dispiace, non mi pare che abbia preso una posizione chiara e definitiva sul punto e questo è molto grave. Accorinti sul Teatro ha più di una voce in capitolo, a me sembra che questo silenzio punti solo a difendere l’operato del presidente Puglisi e dei vertici che lui stesso ha scelto. Questo però alla città non può bastare”.
(176)