«Passare dalle bugie alla verità, dalle “sparate grosse” alle azioni concrete, dalle promesse roboanti e vuote al lavoro vero, dalle minacce maleducate al rispetto e alla costruzione umile della città». Secondo MessinAccomuna è questo il vero Cambio di Passo di cui la città a bisogno. All’indomani dell’invio del documento a tutti i Consiglieri Comunali, che adesso hanno tempo fino a giorno 9 gennaio per potersi confrontare con il sindaco Cateno De Luca e chiedere modifiche o integrazioni, MessinAccomuna spiega quale dovrebbe essere il vero Cambio di Passo di cui avrebbe bisogno la città.
«“Cambio di passo”: sì, la città DEVE cambiare passo dopo 18 mesi di carnevale amministrativo incarnato da De Luca – si legge in comunicato stampa ufficiale. Ci dica il sindaco un solo risultato che abbia portato dal suo sacco e che sia proporzionato alle promesse gridate. Ma che sia qualcosa di vero, concreto, tangibile, verificabile.
Non ci parli di un “risanamento finanziario” che solo i suoi ispiratori riconoscono come tale. Per sua stessa ammissione, infatti, De Luca ha dipinto il diavolo “più nero di quanto non sia”, per spaventare e ottenere supporto. Non ci parli di società partecipate che avrebbe dovuto ridurre e che ha invece moltiplicato, con aumento di costi e moltiplicazione di poltrone (un costo da far pagare alla città per garantirsi continuità di appoggio dalle lobby politiche che lo hanno sostenuto e fatto eleggere). Non ci parli di un risanamento edilizio che aveva giurato (a pena di dimissioni) che avrebbe completato entro dicembre 2018 (è iniziato il 2020 e le baracche sono ancora lì, e non un alloggio è stato assegnato a valere su risorse da lui portate in città). Non ci parli di una raccolta differenziata che (a pena di licenziamenti mai avvenuti) aveva giurato sarebbe arrivata al 65% già sei mesi fa (invece … e nessuna testa è caduta, ma – si sa – quelli di oggi sono amici). Non ci parli di un trasporto pubblico sul quale ha preso in giro un Consiglio (che si è fatto prendere in giro ben facilmente, senza approfondire atti e fatti). Non ci parli di cultura, perché ci vergogniamo di ciò che offre Messina. Non ci parli di turismo, perché ogni programmazione è stata cancellata per dar soldi alle parrocchie e per le luminarie e il cartellone più misero dell’ultimo decennio ha preso soldi …dal fondo di riserva! Non ci parli di scerbature con cui ha tagliato alberi sani guarda caso “vicini” a suoi candidati. Non ci parli di innovazione, che l’assessora Previti ancora non sa dove nascondersi per scappare dal giornalista di “Report”. Non ci parli di lotta all’evasione fiscale perché gli accertamenti ricevuti dai messinesi sono “cartelle pazze” e perché l’abolizione del contributo alle famiglie bisognose per l’esenzione della TARI produrrà buchi. Non ci parli di pianificazione urbanistica e difesa del suolo perché ha irresponsabilmente bloccato la “variante di salvaguardia” e paralizzato l’iter del nuovo PRG. Non ci parli di opere pubbliche, perché quelle di cui “inaugura” i cantieri le ha ricevute in eredità, e alcune di quelle ha deciso di bloccarle in ossequio a interessi locali “potenti”.
E allora, di cosa ci potrà parlare? Trovi qualcosa di serio e che non sia una nuova mistificazione.
Sì, sindaco, cambi passo. Dalla mistificazione, passi alla serena verità. Dalle buffonate, passi all’amministrazione.
E cambino passo anche i partiti. In questi 18 mesi abbiamo visto i gruppi consiliari sceneggiare nell’aula gli accordi retrostanti che vedono De Luca saldamente sostenuto dalla destra e da D’Alia, Picciolo e Navarra. E infatti in questi giorni le galline che hanno fatto l’uovo hanno cantato quasi in coro. Ma il Consiglio ha fatto passare atti impresentabili, fino agli ultimi su ATM.
C’è una società civile a Messina che vuole una città moderna e che sa di essere in grado di costruirla. A questa società si aprano i partiti che amano la città e che vogliono rappresentarla. La città sarà con loro».
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Mi par di capire che questo gruppo faccia riferimento al passato coreografico sindaco. De Luca non avrà mantenuto tutte le promesse fatte, ed a volte è andato “oltre”, ma la città ora è amministrata e la presenza di nota. Personalmente almeno per circa dieci anni non ho visto un vigile a Messina. Chiunque faceva quello che voleva e potrei continuare all’infinito.