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Bufera in Consiglio Comunale, Carbone: «La votazione del presidente Pergolizzi è invalida, ecco perché»

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Bufera in Consiglio Comunale a Messina dopo l’elezione del nuovo presidente, il consigliere della maggioranza Nello Pergolizzi. Elezione che, secondo i consiglieri Felice Calabrò (Pd) e Dario Carbone (FdI), non sarebbe valida. Vediamo perché, e cos’è successo ieri in Aula.

Consiglio Comunale Messina: l’elezione del presidente e la questione della maggioranza

Facciamo un passo indietro. Nella Seduta del 30 maggio, durata oltre 5 ore e terminata alle 2 di notte passate, dopo una lunga discussione, l’Aula ha votato per il nuovo presidente del Consiglio Comunale di Messina ed è stato proclamato eletto il consigliere Nello Pergolizzi, candidato delle maggioranza, con 15 voti, contro i 14 di Maurizio Croce.

L’opposizione, però, ha subito contestato l’esito, sostenendo che, essendo una prima votazione, per l’elezione fosse necessaria la maggioranza assoluta (quindi la metà più uno dei consiglieri, cioè 17). Non è d’accordo il Segretario Generale, Rossana Carruba, che invece ritiene quella di lunedì scorso una seconda votazione, successiva a quella del 2 maggio (andata a vuoto, come ricorderemo). In questo caso basta la maggioranza semplice, ovvero il maggior numero di voti. Dopo un breve battibecco, la questione è stata temporaneamente chiusa, insieme alla Seduta, dopo l’abbandono dei lavori da parte dell’opposizione.

Calabrò e Carbone: «Elezione non valida»

Ieri, il Consiglio Comunale di Messina si è riunito nuovamente per l‘elezione dei due vice presidenti, il vicario e il supplente. Il consigliere comunale Felice Calabrò (Pd), ha però richiesto una sospensione degli ordini del giorno: «Noi chiediamo all’Aula di sospendere la trattazione di queste due delibere – ha spiegato –, perché, secondo noi, l’elezione fatta ieri (il 30 maggio, ndr) non è regolare. Questo perché riteniamo che la votazione che si è tenuta ieri (il 30 maggio, ndr) non è una seconda rispetto a quella del 2 maggio, ma è una prima votazione, per la quale è quindi necessaria la maggioranza assoluta di 17 consiglieri». L’esponente del Pd contesta quindi l’interpretazione data dal Segretario Generale. «Una volta accertato che è come diciamo noi – aggiunge Calabrò –, proporremo una delibera per la revoca dell’elezione in autotutela».

A replicare è stata la Segretaria Generale, Rossana Carrubba: «I consiglieri pensano quello che vogliono – ha detto –, io mi sono già espressa sulla questione della votazione. Se ogni volta che cade il numero legale ad una votazione, si considera prima quella successiva, avremmo un’eterna prima votazione, allo scopo di alterare il numero necessario per eleggere il presidente. Comunque, il ruolo di consulente giuridico dell’organo appartiene al Segretario, e io credo di averlo svolto. Avrò scontentato qualche parte politica, ma non esercito il pensiero in relazione a questo».

A dare manforte a Calabrò, il consigliere Dario Carbone (FdI), che cita il passo di una circolare dell’Assessorato alle Autonomie Locali e alla Funzione Pubblica: «Per l’elezione del presidente è necessario che si consegua alla prima votazione il voto favorevole della maggioranza assoluta dei componenti del consiglio, conseguito il pregiudiziale plenum con le surroghe”».

L’accento del consigliere Carbone cade su queste ultime parole: «Come si può, quindi – afferma –, considerare la votazione del 2 maggio come una prima votazione se, all’indomani del 2 maggio, caduto il numero legale, il consigliere Cateno De Luca si è dimesso sciogliendo il suddetto plenum, ricostituito solo con la surroga del consigliere Salvatore Caruso. Lo stesso plenum nuovamente rotto dalla maggioranza con le dimissioni controllate dell’onorevole Alessandro De Leo e ricostituito con la surroga del consigliere Schepis. A mio modesto avviso la votazione del presidente Pergolizzi è invalida in quanto non una seconda votazione, alla luce di quanto appena letto». In soldoni, per il consigliere Dario Carbone, la votazione del 30 maggio non si può considerare una seconda votazione, ma una prima, in quanto il “plenum”, il Consiglio stesso nella sua interezza, è cambiato rispetto alla sua costituzione del 2 maggio, quando ancora erano consiglieri sia Cateno De Luca sia Alessandro De Leo.

Successivamente, l’Aula ha votato per la sospensione degli ordini del giorno, approvandola. La Seduta si è chiusa, si torna in Consiglio Comunale oggi, mercoledì 31 alle ore 22.00, per il Piano Tari di Messina, il DUP e il Bilancio.

(Foto di repertorio)

 

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