Ancora aperta la querelle dei compensi del commissario liquidatore di MessinAmbiente, Alessio Ciacci. E’ di oggi, infatti, la nota in cui il presidente del consiglio comunale, Emilia Barrile, chiede se, a seguito delle rideterminazioni, sia del compenso che dell’adeguamento, delle spese accessorie corrisposto al commissario Alessio Ciacci, lo stesso Ciacci abbia rimesso all’azienda le somme già erogate e non eventualmente dovute a far data dal suo insediamento fino al giorno in cui è stato rettificato il compenso a lui dovuto.
Si ricorderà che lo stipendio di Ciacci era passato dai 61mila euro del primo anno a 36mila euro in virtù della legge regionale 2011, che prevede la riduzione dei compensi degli amministratori del 40%. Per Ciacci, inoltre, erano stati bloccati anche i rimborsi extra per vitto e alloggio. Le uniche spese extra previste restavano le spese di viaggio.
Ma Emilia Barrile non si limita a cercare di capire se Ciacci ha “pareggiato” i conti con il Comune, chiede spiegazioni anche sul ruolo, le funzioni ed i compiti istituzionali del consulente esterno Raphael Rossi.
Infine, per quanto riguarda il recente licenziamento del direttore tecnico, Natale Cucè, Barrile chiede chiarimenti sulla “liceità” della sua estromissione, “pur condividendo assolutamente – scrive il Presidente del consiglio comunale – la necessità da parte di MessinAmbiente di non pregiudicare il proprio interesse nell’ambito del procedimento che potrebbe essere intentato davanti l’autorità giudiziaria”, il Presidente Barrile chiede al presidente della I Commissione, Nicola Cucinotta, di convocare il commissario liquidatore, Alessio Ciacci, in adunanza segreta perché, in ambito secretato, possa rispondere agli interessati dell’intera vicenda.
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