L’ex assessore provinciale Michele Bisignano propone un’Authority interregionale del Basso Tirreno. Riceviamo e pubblichiamo la sua riflessione.
“Il piano di riordino delle autorità portuali, di cui si parla da anni, di fatto supera la legge 84/94 istitutiva delle stesse e viene definito “Pianificazione della portualità e della logistica” con l’individuazione di nuovi distretti portuali logistici, sulla base di quanto fatto in Europa (dove in alcuni casi le Authority sono state trasformate in Spa), che debbono necessariamente rapportarsi al modello di “sistema” che vede le infrastrutture portuali collegate con le piattaforme logistiche ma anche con i sistemi di trasporto stradale, ferroviario e aereo.
E’ evidente quindi che per essere competitivi si debba ragionare in termini di un sistema compatibile e integrato più ampio possibile. E ciò avviene in un contesto in cui da tempo, nel nostro Paese, si stanno realizzando sistemi di integrazione portuale-logistici quale ad esempio il Napa dell’Alto Adriatico che vede insieme 5 porti interregionali e transnazionali e che ha consentito il rilancio di un’area che era stata relegata ai margini dei traffici commerciali e marittimi. Mentre in Sicilia si assiste al consolidamento di due sistemi territoriali forti che hanno marginalizzato Messina e il suo hinterland: quello della Sicilia Occidentale e quello definito Sudest Sicilia Orientale promosso da Catania con Siracusa, Ragusa, Enna e parte del Nisseno.
Un sistema che annovera due porti, Catania e Augusta, di cui uno Core, inserito nella rete dei corridoi europei, un Hub aeroportuale Catania – Comiso e sistemi logistici che stanno però vivendo una fase di rimodulazione. Ma anche un sistema che, sconfessando quanto fatto nel marzo 2011 con una pianificazione e programmazione strategica e territoriale che riguardava l’intera Sicilia orientale, ha escluso la provincia e la città di Messina, visti solo in una logica di annessione nell’ipotizzato distretto portuale Augusta – Catania – Messina. L’unica possibilità di realizzazione di area vasta, quindi, a meno che il territorio messinese non voglia relegarsi a un localismo autolesionista e improduttivo, rimane dunque quella che viene definita Area Integrata dello Stretto che nascerebbe dalla sinergia di due aree o Città metropolitane e che non significa l’istituzione di una nuova realtà istituzionale o di un’unica città dello Stretto ma l’integrazione di due sistemi territoriali costituiti non solo dalle due realtà urbane ma da larga parte dei due territori provinciali e da una serie di realtà comunali importanti con le loro specificità e identità da preservare.
Sarebbe apparso dunque come una contraddizione di tale disegno strategico l’ipotesi di un’Authority dello Stretto limitata al solo sistema portuale, e ancora non logistico, Messina -Milazzo e al comune di Reggio Calabria, in quanto Villa San Giovanni fa parte dell’Ap di Goia Tauro. Anche se recentemente, nel febbraio 2013, fu fatto un tentativo da parte dell’attuale presidente dell’Ap di Messina di estendere la propria competenza territoriale a Reggio Calabria. Tentativo che non ebbe, nonostante importanti condivisioni istituzionali, effetti positivi a causa delle mancate risposte dei due Governi regionali interessati e dell’assenza totale della politica.
Non rimane, quindi, al di là di certi toni trionfalistici, come una scelta obbligata, che l’istituzione del nuovo distretto Gioia Tauro – Messina. Avendo però contezza e delle criticità presenti nell’infrastruttura portuale calabrese – in quanto il vero dominus fino ad ora non è stata l’Autorità portuale ma la società concessionaria del terminale – e in quanto ancora si attende il riconoscimento di zona economica speciale, e delle grandi potenzialità strategiche quale porto Core inserito negli snodi di traffico internazionale. Una scelta che deve vedere però l’accorpamento di Gioia Tauro e degli altri porti calabresi con il sistema portuale Messina – Milazzo – area costiera del Mela, per costituire la premessa per un’Authority interregionale del Basso Tirreno. Un’Authority di distretto che potrebbe anche sperimentare una gestione non monocratica ma in cui debbono essere esaltate le complementarità e che può vedere la realtà messinese sede di una governance della mobilità nello Stretto e, in una futura logica di prospettiva, sede di un soggetto regolatore e controllore dei flussi di traffico in questa importante area del Mediterraneo in cui, è bene ricordarlo, lo Stretto di Messina costituisce non solo un passaggio strategico dal punto di vista geo territoriale ma anche un asse di collegamento tra due mari, quali il Tirreno e lo Jonio.”
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