Il 30 giugno 2017 scadrà la proroga per il mantenimento dell’autonomia finanziaria e amministrativa dell’Autorità Portuale di Messina concessa dal Presidente del Consiglio dei Ministri a gennaio 2017. Al termine di questa proroga la realtà portuale di Messina dovrebbe essere “accorpata” a quella di Gioia Tauro e ricadere, quindi, sotto la gestione del porto calabrese.
La richiesta di proroga originale, proposta dal Presidente della Regione Siciliana Crocetta, chiedeva il mantenimento dell’autonomia dell’Autorità Portuale per un periodo di 18 mesi utili a continuare “le procedure di gare di appalto in corso per la valorizzazione del quartiere fieristico, la definizione dell’iter procedurale per la realizzazione della piattaforma logistica di Tremestieri, la realizzazione di un pontile industriale a Giammoro ed attuare azioni di consolidamento e sviluppo delle due realtà portuali di Messina”.
Ma la proroga concessa ha previsto un periodo di soli 6 mesi.
“Non tutto è perduto. Forse – asseriscono Pino Falzea e Gianfranco Salmeri di CapitaleMessina – c’è ancora qualche chance per salvare dalla soppressione la nostra Autorità Portuale, e quest’ultima possibilità, ė nelle mani del Presidente della Regione Siciliana. Ma bisogna fare presto.”
Due sono gli orizzonti temporali di questa scommessa: 30 giugno e 31 agosto.
Il 30 giugno 2017 è infatti la scadenza della proroga concessa all’Autorità Portuale di Messina: “la prima mossa dovrebbe essere quella di richiedere una ulteriore proroga fino al 31 dicembre 2017, la stessa concessa all’Autorità Portuale di Salerno. Ed è possibile – continuano Falzea e Salmeri – che il Governo nazionale per motivi strategici, a tre mesi dalle elezioni regionali, la concederà, o se non altro, lascerà la situazione in stallo fino a novembre.”
Il 31 agosto 2017 è invece la data ultima prevista dalla riforma Madia, cioè la legge “madre” dalla quale ha origine il Decreto di riforma del sistema portuale, che il Governo ha a disposizione per adottare “uno o più decreti legislativi recanti disposizioni integrative e correttive” della riforma (art.8 comma 6).
“Nel frattempo l’imperativo categorico, per il presidente Crocetta, dovrebbe essere quello di NON concedere assolutamente “l’intesa”, prevista dall’articolo 8 del Decreto Delrio, per la nomina del Presidente della costituenda Autorità portuale di Gioia Tauro, qualsiasi sia il nominativo proposto. Questa ė la trincea principale della battaglia per la difesa dei nostri porti: se Crocetta dà l’intesa è tutto perduto. Dopodiché, se il Governo procederà comunque alla nomina, il passo successivo dovrà essere quello dell’impugnazione del provvedimento in sede di giustizia amministrativa. In parallelo a questa legittima iniziativa di resistenza in difesa del territorio messinese, il Presidente siciliano dovrebbe tempestivamente aprire una trattativa col Governo nazionale (attenzione, la data ultima, ripetiamo, è il 31 agosto), per raggiungere una intesa sui decreti correttivi e/o integrativi della riforma, previsti appunto dall’art. 8 comma 6 della Legge Madia. Con lo strumento della revisione del decreto, si potrebbe scongiurare la soppressione dell’Authority messinese o quantomeno ottenere condizioni di autonomia gestionale e garanzie di tutela dei porti di Messina e Milazzo. Questo scenario ci sembra l’unica strategia per salvare l’indipendenza e la prosperità dei nostri porti. Ora sta a Crocetta – concludono Pino Falzea e Gianfranco Salmeri – dimostrare nei fatti, quanto egli ha dichiarato più volte, ossia l’intenzione di difendere l’autonomia del sistema portuale messinese.”
Ben comprendendo l’importanza delle realtà portuali di Messina e Milazzo, è importante che ogni strada plausibile – sia essa politica o giudiziaria – venga intrapresa per cercare di garantire l’autonomia dell’Autorità portuale della città dello Stretto. Un’autonomia motivata dalle evidenti differenze, in termini di esigenze e dinamiche, che intercorrono fra l’AP di Messina e quella di Gioia Tauro.
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