Nuova conferenza stampa, oggi, di Cateno De Luca, candidato sindaco di Messina, che rivolge l’attenzione ad alcuni aspetti del suo programma ancora non analizzati: la gestione dell’Autorità Portuale, l’Ente porto, l’accorpamento con Gioia Tauro e la ZES.
«Questi temi dimostrano, ancora una volta, il fallimento della casta che ha governato Messina», dice De Luca che, dopo l’attacco contro la gestione dell’AMAM, punta il dito sulla gestione del sistema portuale della città peloritana: «Nessuna programmazione: occasioni e milioni di euro persi».
«Non c’è sinergia tra i vari enti – incalza il deputato dell’Ars – e questo ha comportato scelte spesso non in linea con le reali necessità del territorio, inteso nella più ampia accezione sociale, economica e culturale. È un fallimento della classe politica messinese, soprattutto sotto il profilo della programmazione e della visione complessiva».
Sembra, dunque, che Cateno De Luca abbia trovato un nuovo settore da “ristrutturare” nel caso ottenesse l’ambita carica di sindaco di Messina: «In pochi sanno che l’Autorità Portuale della città dello Stretto è la più ricca della Sicilia mentre quella di Gioia Tauro, con la quale siamo stati accorpati, versa in grosse difficoltà economiche».
«I numeri parlano chiaro – prosegue De Luca – l’Autorità Portuale ha una potenzialità di investimento di 300 milioni di euro». Tale ingente possibilità finanziaria per l’Ente sarebbe giustificata, secondo il deputato Ars, da una disponibilità in cassa di 150 milioni di euro, un avanzo di amministrazione di 60 milioni ed entrate correnti per ben 14 milioni di euro tra tasse portuali e canoni demaniali.
La situazione del porto di Gioia Tauro, secondo quanto riferito da De Luca, sarebbe ben diversa e sicuramente più complicata: «L’Ente calabrese versa in gravi condizioni economiche e se l’Autorità Portuale di Messina venisse davvero accorpata tutto il suo patrimonio (avanzo di amministrazione ed entrate correnti) verrebbe riversato nelle casse dell’Autorità di Sistema di Gioia Tauro che, a sua volta, impiegherebbe queste somme per erogare misure di sostegno al reddito dei dipendenti del terminalista che ne gestisce il porto, in regime di esclusiva».
Il Porto di Messina rischia di essere bancomat per le spese di Gioia Tauro!
«Peraltro – continua De Luca – dato che la Comunità Europa finanzia solo porti core individuati sulla base delle Reti TEN-T (Trans-
Pat Cox, componente della Commissione Europea per lo Sviluppo del Corridoio per le Reti di Trasporto Transeurepeo, ha detto chiaramente che il Porto di Messina è uno dei più importanti di Italia e vanta le caratteristiche per potere essere inserito nella rete TEN-T, ma la sua esclusione, al momento, gli impedisce di usufruire dei relativi vantaggi economici e di sviluppo.
A questo problema si aggiunge, poi, l’argomento ZES (Zona economica speciale) possibilità al momento preclusa a Messina, probabilmente anche per l’accorpamento con l’Autorità Portuale di Gioia Tauro.
Cateno De Luca, sostenuto dagli assessori designati – in caso di vittoria alle prossime elezioni amministrative di Messina – Dafne Musolino e Salvatore Mondello, ha poi approfondito la possibilità di ripristinare il Punto Franco e l’Ente Porto di Messina quali nuove fonti di guadagno diretto per le casse della Regione e, anche, del Comune di Messina.
Ovviamente, in questo quadro di possibile rilancio, non poteva mancare un accenno al turismo. Il porto di Messina accoglie ogni anno, in media, oltre 360mila turisti che sbarcano dalle navi da crociera e la situazione è migliorata, in termini di numero di visitatori, negli ultimi anni ma secondo De Luca «la città si è dimostrata incapace di organizzarsi per accogliere al meglio i turisti e trarre da questo fenomeno i giusti guadagni».
«Spettacoli folkloristici, degustazioni, visite ai musei e percorsi turistici», questa la strada che, secondo il deputato Ars, Messina dovrebbe intraprendere per «recuperare la sua vena turistica».
«Si potrebbe – conclude Cateno De Luca – riportare in vita il brand “I’Messina” nato con la finalità di costituire un network di realtà del territorio da far conoscere ai turisti i quali diventeranno così, loro stessi, ambasciatori nel mondo della nostra cultura e delle nostre opere».
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