È trascorso ormai un anno, a distanza del quale il deputato del Nuovo CewntroDestra, Nino Germanà, ritorna a parlare della vicenda AtoMe2. «Non c’è più spazio per silenzi e rinvii: non soltanto non ho ricevuto alcuna risposta, ma nel frattempo nulla è cambiato per i 54 dipendenti dell’AtoMe2 S.p.a.».
Germanà, nel febbraio dello scorso anno, aveva presentato un’interrogazione indirizzata al Presidente della Regione e agli Assessori regionali per l’Economia, per l’Energia e i Servizi di Pubblica Utilità, per le Autonomie locali e la Funzione pubblica e il Territorio e l’Ambiente, chiedendo urgenti provvedimenti per risolvere la situazione drammatica nella quale versavano i dipendenti dell’Azienda.
Germanà esprime preoccupazione per questi lavoratori che non percepiscono lo stipendio da 30 mesi e per recarsi al lavoro devono sostenere spese importanti per gli spostamenti. «Nonostante avessero richiesto la mobilità nei comuni di provenienza – sottolinea il deputato Ncd – , questa non gli è stata sin qui concessa e ogni giorno, pur di far salvo il proprio posto, sono costretti a recarsi fino a Barcellona, ovviamente a proprie spese. Già un anno fa avevo esortato l’Esecutivo regionale a porre in essere misure urgenti e immediate affinché questa vergognosa faccenda trovasse una soluzione ma, fino ad ora, nulla è stato fatto ne qualcuno si è degnato di dare una risposta alla mia interpellanza».
«Il danno – spiega Germanà – non ricade solo sui lavoratori che per colpa di un contenzioso tra ente e società si vedono penalizzati ma in generale sulle tasche dei contribuenti giacché molti dei dipendenti in questione, ventidue per la precisione, sono impiegati in modo infruttifero, il che ovviamente costituisce un danno per la produttività e l’economia dell’ingranaggio pubblico. Eppure non risultano previste azioni di modifica a questo andazzo».
«Avevo già chiesto a suo tempo l’istituzione di una conferenza di servizi alla presenza dei comuni interessati e del soggetto gestore per fare chiarezza – continua il parlamentare regionale. Oggi alzo idealmente la voce con Palazzo D’Orleans che non può restare sordo a certe segnalazioni. Stiamo parlando di persone, di siciliani sulle cui spalle grava una scure della quale non hanno responsabilità: bisogna intervenire immediatamente e non è ammissibile accettare rinvii o ulteriori silenzi».
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