Antonio Mazzeo, giornalista e scrittore, candidato alle elezioni europee del 25 Maggio 2014 con la lista L’Altra Europa con Tsipras, ha aderito alla campagna “Riparte il Futuro”.
Nel sito dell’iniziativa si legge su Mazzeo:
- Situazione reddituale:
REDDITI DA LAVORO (lordi in euro) 17.000,00
contratto come Insegnante a tempo indeterminato (part time)
PATRIMONIO (in euro) 0
ATTIVITÀ FINANZIARIE (in euro) 0 - Il candidato dichiara di non avere potenziali conflitti di interesse
- Dichiarazione rispetto a procedimenti giudiziari passati in giudicato o in corso:
Procedimenti in atto per diffamazione a mezzo stampa su querela di persone a cui ho dedicato inchieste giornalistiche
Questo gesto sottolinea l’impegno contro la corruzione e la criminalità organizzata, già testimoniato da numerose inchieste in lunghi anni di lavoro. L’adesione alla campagna comporta la pubblicazione di curriculum vitae, reddito, patrimonio ed eventuali attività finanziarie, tutto reso pubblico nel sito stesso del progetto, in una pagina apposita dedicata ai “candidati trasparenti”. L’impegno di Antonio Mazzeo sottoscritto con l’adesione alla campagna Riparte il Futuro, è di costituire – in caso di vittoria alle urne – l’intergruppo europeo contro la criminalità organizzata e la corruzione, promuovendo, attraverso di esso, gli impegni siglati da Riparte il futuro, volti a contrastare il fenomeno della corruzione, con i fatti e non solo a parole.
“Chi verrà eletto al parlamento europeo – dichiara Antonio Mazzeo – avrà come responsabilità quella di arginare lo strapotere dei capitali mafiosi nelle logiche finanziarie, opponendosi a speculazioni, senza tollerare non solo collusioni, ma anche silenzi complici. La lista, L’Altra Europa con Tsipras, e il progetto di cui è veicolo, ha tra i suoi obiettivi primari la lotta alla speculazione selvaggia e alla corruzione dilagante che ha come effetto immediato la svendita del territorio agli interessi dei signori della finanza e delle guerre. Dal canto mio ho corrisposto all’appello di Riparte il Futuro, perché sono impegnato da sempre contro le organizzazioni criminali mafiose e i gruppi finanziari contigui. Sul territorio delle isole di Sicilia e Sardegna sono evidenti i frutti di decenni di politiche ed economie corrotte e colluse, se non direttamente dominate dalla malavita. A pagarne il prezzo più alto sono i figli più giovani di queste terre, costretti a emigrare al Nord o all’estero, dopo aver subito il furto del loro futuro e lo scippo dei loro sogni. Migrano alla pari dei ragazzi del Sud del Mondo, membri a loro volta di quel “sud” preda della malapolitica e del malaffare, divorato dal cemento e sedato dall’incuria”.
La campagna “Riparte il Futuro”, trae le sue origini da quella del 2011 ideata da Libera e Avviso Pubblico e chiamata “Corrotti”, che raccolse un milione e mezzo di cartoline in cui si chiedeva l’impegno di governo e Parlamento ad adeguare il nostro codice alle leggi internazionali anticorruzione. Al momento della consegna in Quirinale, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha affermato che rappresentavano “un pezzo della storia d’Italia”.Riparte il futuro, accanto a Libera e al Gruppo Abele, legandosi alla storia di Don Luigi Ciotti, vuole continuare questa battaglia civile con mezzi nuovi, ancora più efficaci. Quest’ultima campagna si affianca a quelle per la riforma della legge sul voto di scambio politico mafioso e sulla trasparenza nella Sanità Pubblica.
Come affermano gli ideatori di Riparte il futuro: “La corruzione inquina la vita politica e sociale, genera i disservizi, penalizza il diritto e la meritocrazia, mina la fiducia nelle istituzioni, e disincentiva gli investimenti, in particolare quelli provenienti dall’estero. A causa della corruzione il Paese perde importanti opportunità di sviluppo e lavoro, specialmente per i più giovani. La corruzione è la tra le cause principali della disoccupazione, fra i problemi più urgenti che siamo tutti chiamati a risolvere. Sul lungo periodo ci proponiamo di riallineare il Paese agli standard in materia di trasparenza e anticorruzione già adottati da altre democrazie occidentali e di far radicare in Italia una forte cultura dell’integrità”.
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