Di due giorni fa le parole critiche del capogruppo Dr all’Assemblea Regionale, Beppe Picciolo, nei confronti dell’Amministrazione comunale per la vicenda degli alluvionati del primo ottobre 2009, e per le lungaggini che, di fatto, avevano bloccato l’assegnazione dei fondi già stanzia e resi disponibili dalla Protezione civile.
«Le affermazioni di alcuni esponenti politici in merito a una presunta “fumata nera” dell’amministrazione comunale relativamente all’acquisizione al patrimonio delle ventotto case private danneggiate dagli eventi alluvionali del 2009 non risponde assolutamente al vero ed è facilmente smentita dai fatti», così scrive, in risposta, in una nota, la Giunta comunale per mano dell’assessore all’Urbanistica, alla Protezione Civile e ai Lavori Pubblici, Sergio De Cola.
«Un’ordinanza nazionale di protezione civile, come è noto, prevede l’obbligo di acquisizione al patrimonio, condizione per permettere agli aventi diritto di accedere all’erogazione dell’atteso contributo di delocalizzazione. E’ questo il problema – si legge nella nota della Giunta – che si sta affrontando e la proposta di delibera di consiglio, firmata proprio il 5 maggio dall’assessore Pino, munita di tutti i pareri richiesti, va proprio in quella direzione».
Spiegano: «Adesso è il consiglio comunale che ha il compito di deliberare e sbloccare così finalmente l’atteso contributo per le famiglie. Il tentativo di addossare al comune di Messina responsabilità che non può avere va assolutamente respinto.
Bisognerebbe invece capire perché, al momento di definire le priorità nella spesa degli oltre 200 milioni di euro stanziati, insieme alla previsione di realizzazione di grandi e certamente necessarie opere di difesa del suolo, non si è pensato di prevedere anche le piccole ma indispensabili opere di urbanizzazione necessarie a dare una nuova vita ai villaggi colpiti».
Tanti gli interrogativi a cui, dicono, bisognerebbe dare risposte e soluzioni: «Quale progetto è stato pensato per le aree rosse? Davvero qualcuno può immaginare che il futuro di queste aree, per sempre inabitabili, sia quello di recintarle e lasciarle all’abbandono, in attesa che crollino colpite dal tempo? Vogliamo davvero creare dei villaggi fantasma nella nostra città? Non sarebbe stato più semplice stanziare una piccolissima parte del budget disponibile per effettuare le demolizioni dando una nuova vita a questi spazi, creando, ad esempio, parchi e piazze?»
Così si spiega l’atteggiamento dell’Amministrazione: «Nella logica delle “piccole opere” si inseriscono quindi le perplessità evidenziate in più sedi dalla Giunta e dal Sindaco e le relative istanze che sono state avanzate. Se si fosse pensato per tempo alla demolizione di questo patrimonio inabitabile che ci accingiamo ad acquisire avremmo gravato meno sulle casse di un Comune notoriamente con gravi difficoltà economiche e avremmo restituito ai cittadini un territorio più armonico e vivibile».
«Eppure – assicurano da Palazzo Zanca- ancora il tempo c’è per recuperare. Si possono impiegare utilmente i ribassi d’asta e gli impegni non spesi, motivo per cui, proprio in questi giorni, i tecnici del comune, su indicazione dell’assessore De Cola, stanno effettuando i rilievi e le relazione per quantificare i costi di demolizione degli immobili da delocalizzare e proporne la spesa conseguente al Soggetto Attuatore».
Ma il dibattito non finisce qui. Alla nota della Giunta Accorinti segue puntuale una dichiarazione del capogruppo Pdr all’Ars, Beppe Picciolo: «Una risposta formalmente ineccepibile quella che l’assessore De Cola ha fatto pervenire alla stampa per dimostrare che sui fondi bloccati per permettere l’acquisto di nuovi alloggi agli alluvionati di Giampilieri l’amministrazione Accorinti è sempre stata in “regola ed in buona fede».
«Ma non avevamo motivo di dubitare che fosse veramente così – ribadisce Picciolo – però adesso vuoi vedere che a sbagliare sono sempre “quellicheceranoprima” che non sanno, evidentemente, né leggere né scrivere ed obnubilati dalla loro somma ignoranza impediscono al nuovo sole di sorgere splendente e radioso?»
«Siamo certi – dice il capogruppo Pdr – che faccia ancora molto comodo dimostrare la propria sapienza confrontandosi con un passato che non esiste più e che tutti insieme avevamo detto di voler cambiare, sia partendo dal basso sia cercando aiuto dall’alto: oggi questa Giunta Accorinti, composta da alcuni aspiranti apprendisti stregoni, sta bloccando peggio di prima la rinascita economica e civile di una parte della comunità messinese, smorzando gli entusiasmi per una possibile ripartenza; perché se è vero che gli alluvionati di Giampilieri oggi non possono utilizzare i fondi per acquistare una nuova casa (a causa di lungaggini burocratiche alle quali onestamente non crediamo più e non capiamo le alchimie sottostanti) è anche vero che qualcuno ci dovrà pure spiegare perché i soldi dei cittadini vengano spesi per pagare gli affitti a coloro che invece chiedono solamente di tornare a vivere in una casa di proprietà e lo farebbero avvalendosi di fondi già stanziati e da tempo tranquillamente depositati in banca».
«Altro che paura di creare villaggi fantasma – conclude Picciolo -, la nostra paura è che della comunità messinese, nel volgere di pochi anni, resteranno solo i fantasmi sia di “quellicheceranoprima” sia di “quellichecisonoadesso” perché senza una seria presa di posizione per la difesa del nostro territorio altre realtà più coese della nostra fagociteranno quel poco che ancora rimane della gloriosa città “micropolitana”di Messina».
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