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Accorinti sul dissesto: “Dov’era Calabrò quando scadeva il termine per l’accesso al SalvaComuni?”

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accorinti-sindacoIl candidato sindaco Renato Accorinti dichiara che: “Il dissesto è un grave danno all’economia. Occorre percorrere ogni strada per evitarlo” . Accorinti, poi, sostiene necessario far luce sulle responsabilità politiche e amministrative “di una gestione confusa e pasticciata- dice l’acceso nopontista – che coinvolge tanto i vertici dell’Amministrazione che lo stesso Consiglio Comunale”. Poi, la stoccata a Calabrò: ” Anche Felice Calabrò, come capogruppo del Pd in Consiglio, dovrebbe spiegare alcune scelte sbagliate, senza dimenticare che una parte significativa della coalizione che lo appoggia ha contribuito a creare questa situazione allarmante.
La situazione contabile del Comune di Messina è molto confusa- prosegue il candidato di “Cambiamo Messina dal basso” – e le informazioni fino a questo momento rese ai cittadini sono contraddittorie, mutevoli e contrastanti. La mia posizione sul default è netta e chiara. Il dissesto è un grave danno all’economia e alla stessa possibilità di amministrare il Comune. È dunque necessario percorrere ogni strada per evitarlo. Ovviamente, per poter impostare e valutare qualunque ipotesi di risanamento finanziario è necessario avere chiarezza sui conti e sulla situazione debitoria dell’Amministrazione. Il primo, obbligato, passo sarà dunque quello di fare chiarezza. Chiarezza sulle cifre (il “debito” è lievitato da 70-80 a 500 milioni, ma vi sono tuttora elementi di incertezza, possibili duplicazioni, dubbi sul reale rischio del contenzioso che non consentono di considerare “stabile” e acclarata tale cifra) e chiarezza sulle responsabilità politiche e amministrative di una condizione disastrosa.
Allo stesso tempo- aggiunge Accorinti – è noto a tutti che il piano di riequilibrio predisposto dal Commissario e approvato dal Consiglio è impercorribile per il fatto che lo stesso Consiglio non ha potuto approvare (perché viziata da elementi di illegittimità) la convenzione con l’AMAM su cui si reggeva circa il 40% dello stesso piano. Il piano verrà dunque bocciato dalla Corte dei Conti.
Per questa ragione ho sottoscritto – continua Renato Accorinti – con quasi tutti gli altri candidati Sindaco una richiesta di moratoria sull’esame del piano di rientro, che dia tempo alla nuova Amministrazione per rivalutare il piano stesso. Da parte mia, inoltre, differenziandomi da altri candidati, ho anche chiesto che si faccia piena luce sulle responsabilità politiche e amministrative della precedente gestione”.
Per Renato Accorinti il piano di riequilibrio è stato approvato su basi inesistenti e si chiede perchè.
Infine un lungo j’accuse:

“L’opinione dei revisori dei conti sulla convenzione era ben nota e il parere dell’Avvocatura dello Stato non ha fatto altro che consacrarne la validità. Felice Calabrò, che dice adesso di sapere come affrontare la situazione, era capogruppo nello stesso Consiglio che ha approvato un piano di rientro inesistente, portando di fatto la città a un millimetro dal dissesto.
Inoltre, lo stesso Calabrò era forse troppo distratto dalla campagna elettorale per rendersi conto che il 30 aprile sarebbe scaduto il termine per l’accesso del Comune agli “spazi finanziari” del DL 35/13 (il “salva comuni”). Ottemperando a tale scadenza, la città di Messina avrebbe potuto accedere ad una anticipazione presso la Cassa Depositi e Prestiti per il 62% del debito (circa 250 milioni), aiutando imprese e attività economiche messinesi in credito col Comune e rimodulando su un orizzonte trentennale il rientro dalle esposizioni. Una iniezione di liquidità immediata che, oltre a sanare quasi due terzi dei debiti, avrebbe probabilmente consentito di affrontare con maggiore agevolezza la condizione di deficit strutturale che (a causa delle precedenti cattive gestioni) affligge in maniera conclamata il bilancio comunale. Insomma, si potevano mettere i piedi fuori dalle attuale sabbie mobili. Ma né il Commissario né il Consiglio hanno assunto alcuna iniziativa, lasciando che la marea del debito continuasse a montare a danno della città.
Insomma, Calabrò (che impartisce dotte lezioni di economia finanziaria) dovrebbe piuttosto spiegare: 1) perché non ha proposto le sue risolutive ricette al momento della discussione del piano di rientro, approvando un piano condannato alla bocciatura; 2) perché non ha proposto una mozione per impegnare il Commissario all’attivazione degli “spazi finanziari” che avrebbero consentito di saldare immediatamente quasi due terzi e di risolvere una parte importante del “buco” creato dalla mancata approvazione del contratto di servizio con l’AMAM. Anche una parte significativa della coalizione che appoggia Felice Calabrò ha tra l’altro contribuito a creare questa situazione allarmante. Lo stesso candidato Sindaco dovrebbe chiedere chiarezza ai suoi stessi alleati su questa emergenza economica.
Da parte mia ho responsabilmente sottoscritto la lettera alla Corte dei Conti, ma se questa dovesse venire respinta, conducendo la città al dissesto, la colpa sarà interamente di chi ha precedentemente partecipato all’amministrazione e alla gestione politica della città”. Così conclude Renato Accorinti.

 

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