In Commissione Bilancio, questa mattina, alcuni consiglieri hanno paragonato l’amministrazione comunale ad un malato terminale che qualcuno – come ha sottolineato Franco Mondello – tenta di curare con l’Aulin. A dire il vero, tale confronto è stato tirato in ballo innumerevoli volte dallo stesso Consiglio durante i lunghi e fin qui inutili monologhi contro la Giunta.
Si è tornati a parlare di sfiducia. Il Pd ha riaperto il discorso la scorsa settimana, affiancato da Ncd e Dr in un percorso che dovrebbe portare al traguardo delle 16 firme. Questo il numero dei consensi che serve per presentare la mozione in Consiglio. Innumerevoli i motivi che portano una buona fetta dell’Aula a voler interrompere il matrimonio tra la città e Accorinti, ma la vera goccia che ha fatto traboccare il vaso è senza dubbio la mancata approvazione del Previsionale 2015, un obiettivo che resta ancora lontano (leggi qui: http://www.normanno.com/politica/52623/).
Per porre fine alla legislatura dell’attuale Giunta servono però i fatti e finora si è soltanto assistiti a proclami, riunioni e tentennamenti. Se Pd e Ncd non hanno alcun dubbio ad apporre la famosa firma, Udc e Grande Sud restano alla finestra, mentre la situazione in casa Dr è più ingarbugliata. Il partito coordinato da Beppe Picciolo ieri ha comunicato di voler presentare la sfiducia già la prossima settimana. Una decisione calata direttamente dall’alto davanti alla quale Carlo Abbate ha fatto un passo indietro.
“Ritengo – ha spiegato Abbate questa mattina – che commissariare la città sia peggio che mantenere in carica la Giunta Accorinti. Non sussistono, infatti, i tempi per indire nuove elezioni nel mese di giugno. Se il Sindaco dovesse essere sfiduciato, Messina finirebbe nelle mani di un commissario fino al giugno 2017. Bisogna procedere diversamente – ha precisato Abbate – è importante innanzitutto votare i documenti finanziari che stanno paralizzando l’attività dell’amministrazione”. Abate resta dunque nella propria posizione nonostante l’invito del coordinatore cittadino Salvo Versaci ad allinearsi alle volontà del partito. La rottura sembra, dunque, dietro l’angolo e già domani lo stesso Abate potrebbe annunciare l’addio durante la seduta del Consiglio comunale”.
Non firmeranno il documento neanche Nina Lo Presti e Gino Sturniolo del Gruppo Misto, così come Angelo Burrascano della lista Il Megafono. Ma Pippo De Leo (Gruppo Misto) esce fuori dal coro e annuncia di essere pronto a dimettersi da consigliere comunale, augurandosi di essere seguito da altri colleghi. Sarebbe un modo, ha spiegato De Leo, per lasciare la Giunta da sola come unica responsabile di un fallimento ormai accertato.
Intanto, l’assessore all’Ambiente Daniele Ialacqua difende con i denti l’operato dell’amministrazione e annuncia su Facebook di voler preparare una mobilitazione a cui dovranno partecipare coloro i quali credono ancora nel progetto di Renato Accorinti.
Andrea Castorina
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