Con la stipula del “Patto per la Falce” il futuro della zona falcata è stato delineato e ben presto quella piccola penisola che abbraccia la zona centrale della città dovrebbe essere restituita ai messinesi. Lo scorso 26 gennaio le istituzioni regionali e locali hanno fatto squadra, mettendoci la faccia davanti a un impegno che andrà rispettato punto per punto, visto anche il controllo diretto del Ministero. Questa mattina, nella sala Commissioni di Palazzo Zanca, si è tenuta una conferenza stampa alla quale hanno partecipato i deputati Giuseppe Picciolo e Marcello Greco, il delegato del Rettore dell’Università di Messina Giovanni Moschella, il coordinatore provinciale della lista Megafono Massimo Finocchiaro insieme ai consiglieri comunali La Paglia, Scuderi, Burrascano, Faranda, Amata e Interdonato.
Al tavolo vi erano anche Autorità portuale e Comune, rappresentanti rispettivamente dall’ingegnere Francesco Di Sarcina e dall’assessore ai Lavori Pubblici Sergio De Cola. Authority e amministrazione comunale sono gli attori destinati a recitare un ruolo principale nell’intera questione, alla luce anche dei contenziosi che le due istituzioni hanno deciso di mettere da parte. “Dopo l’incontro alla Regione – ha spiegato Di Sarcina – abbiamo avviato un proficuo dialogo con la Giunta per superare tutte le divergenze. Riguardo al progetto, il Comune ha chiesto sostanziali modifiche al Piano regolatore del porto, obiezioni che non sono in contrasto con le idee dell’Autorità Portuale. Finora si è parlato solo di scontri, ma la strada intrapresa insieme è ben diversa”.
In particolare, Palazzo Zanca ha richiesto interventi più soft nell’area denominata “Fal 3”. L’iniziale progetto prevede la realizzazione di un porticciolo turistico e diverse strutture in cemento, tra cui un grattacielo. Ma la Giunta Accorinti ha altre idee: “Abbiamo chiesto una sostanziale riduzione delle volumetrie – ha precisato De Cola – l’intera falce deve essere riconvertita per fini turistici e culturali, rispettando il paesaggio e le meraviglie architettoniche che vi sono all’interno. Adesso occorre produrre contenuti, bisogna passare dalle parole ai fatti e proprio per questo stiamo discutendo i progetti”.
Sul tavolo ci sono attualmente 30 milioni di euro, ma in futuro ci sarà la possibilità di intercettare ulteriori fondi europei. Intanto, occorre rispettare le prime scadenze. Entro dieci giorni Comune e Autorità Portuale dovranno redigere un nuovo documento condiviso. Tra un mese occorrerà, invece, istituire un tavolo tecnico per chiarire quante risorse impiegare per la bonifica della zona falcata. Quindici giorni dopo il Piano regolatore portuale dovrà finire sui banchi della Regione.
Ma oltre a smaltire rifiuti e sostanze tossiche e avviare le demolizioni, bisognerà sgomberare l’area abitata da decine di famiglie che in passato hanno occupato abusivamente i manufatti realizzati nei pressi della Real Cittadella. “Chi ha occupato abusivamente i luoghi – ha precisato Di Sarcina – è già stato segnalato alle autorità preposte. L’area chiaramente andrà liberata, ma prima di redigere una nuova ordinanza di sgombero con applicazione immediata, servirà presentate progetti definitivi per giustificare l’esproprio”.
A margine, il deputato Beppe Picciolo è intervenuto mostrando una stampa con una foto aerea della Zona Falcata. “La consegnerò al Sindaco – ha spiegato l’esponente di Sicilia Futura – visto che sotto la foto ci sono le firme di tutte le istituzioni coinvolte nel patto. In venti giorni abbiamo rivoluzionato tutto, adesso è ora di agire”. L’augurio è che dopo decenni di inutili discussioni, si sia intrapresa la strada giusta per rilanciare Messina attraverso il recupero di un’area stuprata per tanti anni da scelte politiche incomprensibili.
Andrea Castorina
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