E’ un tema di cui si parla da decenni, eppure finora ben poco è stato fatto. La zona falcata rimane il luogo simbolo delle potenzialità inespresse di una città resa ormai paralizzata da oscure logiche che di fatto ne impediscono un nuovo sviluppo economico e culturale. Sulla vicenda è tornato ad accendere i riflettori il network Zda, affiancato poi dal movimento Vento dello Stretto, entrambi protagonisti dell’odierna conferenza stampa tenutasi a Palazzo Zanca insieme all’associazione Fare Verde Onlus che ha organizzato la prossima edizione “Il mare d’inverno” proprio nei luoghi della Falce.
Una vera e propria “operazione verità” condotta dal consigliere comunale Piero Adamo, dal consigliere della IV Circoscrizione Daniele Travisano e dal presidente Zda Marina Trimarchi, affiancata da Piero Gatto e Ciccio Rizzo di Fare Verde. Durante l’incontro con i giornalisti, Adamo ha svelato il comportamento contraddittorio dell’amministrazione comunale davanti al recupero dell’area retroportuale. Il sindaco Accorinti, infatti, si è da sempre dichiarato intenzionato a portare avanti la battaglia sul recupero della zona falcata, partecipando lo scorso sabato alla manifestazione “Il mare negato” organizzata da Cambiamo Messina dal Basso. Eppure, l’amministrazione continua a tenere in piedi lo storico contenzioso con l’Autorità portuale sulla paternità delle aree. Un vero e proprio ostacolo che ha finora bloccato sul nascere ogni tentativo di rigenerazione. Un comportamento ambigui dell’amministrazione che nell’aprile 2014 firmo lo scioglimento dell’Ente porto, continuando però ad appoggiare l’istituzione del Punto Franco. Sulla vicenda Daniele Travisano aggiunge ironicamente: “Accorinti ha dimostrato immobilismo su più fronti, ma giusto adesso ha deciso di agire portando avanti un’estenuante braccio di ferro con l’Autorità portuale”.
In merito la prossima udienza è prevista il mese prossimo. E sempre a febbraio, esattamente giorno 25, verrà discusso il ricorso al Cga per la partecipazione alla gara che aggiudicherà gli interventi di demolizione dell’inceneritore di S.Raineri.
Sabato prossimo sia Vento dello Stretto che Zda accompagneranno gli assessori regionali Croce e Vermiglio durante il sopralluogo nella Zona Falcata. “Ben tre presidenti della Regione hanno visitato l’area – spiega Adamo – ma tutte le promesse sono state disattese. E’ un dato inquietante, ma noi non molliamo. Il rischio che quella di sabato sia un ulteriore passerella c’è tutto, bisogna però comprendere che la speranza per un futuro roseo è sempre viva”.
Dello stesso parere il sindacato Cisl. “Messina non ha bisogno di stucchevoli conflitti istituzionali che non fanno altro che bloccare ogni ipotesi di sviluppo e azione di riqualificazione». Il segretario generale Tonino Genovese, interviene nel dibattito “sferzando” Comune di Messina e Autorità Portuale, al centro di una diatriba che “rischia di produrre solo chiacchiere e contenziosi che bloccano soluzioni anche di sviluppo economico per questa città”.
Tonino Genovese non fa sconti a nessuna delle due parti in causa e ritiene «fondamentale e importante che a questo punto sia l’Autorità portuale che il Comune di Messina dicano chiaramente le loro verità».
Il Comune di Messina, per il segretario generale della Cisl, “deve dire quali sono le aree che rivendica, quali sono i progetti che intende realizzare su queste aree e soprattutto con quali risorse intende realizzare i progetti tenuto conto che lo stato vergognoso in cui versa la città è proprio a causa della mancanza di disponibilità finanziaria da parte del Comune di Messina. Questo significa che se non ci sono i progetti e non ci sono neanche le risorse – evidenzia Genovese – quelle aree di cui si rivendica la titolarità sono e saranno destinate all’oblio”.
Per Tonino Genovese “altrettanto deve fare l’Autorità Portuale. Non tutte le aree di sua competenza – ritiene il segretario generale Cisl – sono soggette a contenzioso e non credo che sia necessario avere l’approvazione del Piano Regolatore Generale Portuale per avviare azioni di riqualificazione o di rifunzionalizzazione di alcune aree, soprattutto quelle oggi occupate da ecomostri. Dal silenzio e dal non fare degli ultimi anni sembra che anche l’Autorità Portuale si è probabilmente nascosta all’ombra dei contenziosi”.
(192)