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Rette asili nido. Anche Cgil contro giunta Accorinti

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L’aumento delle rette degli asili nido e l’abolizione di ogni esenzione per le famiglie disagiate, cambiamenti deliberati negli ultimi giorni dalla giunta comunale, continuano a fare discutere.

Tante le critiche, anche interne. E’ di ieri, infatti, la polemica e le richieste presentate da parte di CMdB, il movimento che sostiene il sindaco, Renato Accorinti, all’assessore alle Politiche sociali, Nino Mantineo.

Oggi, anche Cgil fa sentire la propria opinione in proposito per bocca del segretario generale della sezione di Messina, Lillo Oceano: «Aumento delle rette degli asili nido, aumento della compartecipazione al costo delle mense scolastiche, ripetute interruzioni di questo servizio che lasciano i bambini senza mensa, trasporto scolastico praticamente inesistente. A ciò si aggiunga l’approssimazione nella predisposizione dei progetti per accedere ai finanziamenti per strutture e servizi all’infanzia e agli anziani, approssimazione che mette a rischio, o addirittura compromette, insieme a discutibili scelte di bilancio,  l’accesso ai finanziamenti con la preclusione di servizi importanti per queste categorie», queste le dichiarazioni di Oceano, sull’operato e gli atti dell’Amministrazione Accorinti.

«L’approssimazione amministrativa – osserva Oceano – e le scelte economiche di questa amministrazione stanno penalizzando i cittadini messinesi e in particolar modo quelli più deboli: bambini, anziani, nuclei familiari indigenti e a basso reddito».

«La sensazione sgradevole che abbiamo – prosegue – è che al Comune non ci si renda conto che ridurre i servizi e aumentare le rette determina una gravissima compromissione dei diritti fondamentali, precludendone l’accesso ai servizi, soprattutto per quei nuclei familiari che, in questa crisi, hanno gravissimi problemi di reddito e di lavoro. Abbiamo più volte rappresentato queste criticità e soluzioni alternative all’Amministrazione che però è rimasta sorda. Chiediamo all’Amministrazione di modificare le decisioni assunte, confrontandosi con le parti sociali, altrimenti il rischio è l’emarginazione di fasce sempre più ampie di cittadinanza con la conseguente crescita di una sensazione di esclusione che non può che generare una comprensibile reazione sociale».

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