Domani, martedì 16 giugno, alle 11, un gruppo di docenti, personale Ata, genitori e studenti, nell’ambito delle proteste organizzate unitariamente da Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal e Gilda Unams, presenterà al Prefetto un dossier con i documenti stilati dai docenti e sottoscritti da centinaia di genitori in tante scuole della provincia di Messina.
“In rete e dalla rete, nasce La Buona scuola siamo noi – dichiarano i Sindacati −, una corale riaffermazione di una scuola, che nonostante tutto (politiche miopi di tagli, incapacità di una progettazione didattica adeguata ai tempi..) è Buona per la buona volontà di tanti docenti, dirigenti, personale Ata, genitori e studenti. Ed è Buona, perché gli studenti della scuola italiana, in fuga da un Paese che non ha saputo e voluto valorizzarli, rappresentano le nostre eccellenze all’estero, perché la scuola ha imparato in questi anni ad essere centro di aggregazione, di valorizzazione di competenze, luogo di incontro, di creazione di spazi creativi (vedi le attività teatrali, le coreutiche, i laboratori…)”.
“L’iniziativa, partita dal Collegio docenti del Liceo E. Ainis di Messina – spiegano −, si è estesa a macchia d’olio. Nemesi storica. Il Collegio docenti, che questa politica vorrebbe esautorare di ogni potere, ha saputo riappropriarsi della sua forza: Parlamento della scuola che progetta e valorizza il territorio e con il territorio costruisce politiche di offerta formativa”.
“Genitori e studenti, convocati nelle Assemblee – proseguono i Sindacati −, in alcuni casi indette dalle rappresentanze sindacali (all’Ainis, al Maurolico, nella sede associata del Galilei di Spadafora, all’ Antonello, all’XI Istituto Comprensivo di Gravitelli) hanno dato vita a documenti carichi di contenuti, che emozionano per la loro semplicità, ma anche per lo spirito democratico, per il desiderio di partecipazione, per la determinazione di non subire ancora una volta politiche falsamente innovative”.
“Pensiamo alla consultazione on-line indetta a novembre dal governo –sottolineano −. Risposte preconfezionate che davano la possibilità di rispondere in modo univoco. Eppure anche qui ci siamo conquistati uno spazio manifestando il nostro parere (docenti, alunni), nella compilazione della voce altro: nessuno ne ha tenuto conto. La scuola, che vuole «un’istruzione fine a se stessa» (Bauman), la scuola dei saperi inutili, ma tanto utili, della valorizzazione degli studi umanisti..ci (sic) ha coralmente detto no a questa riforma che la vuole strumento di preparazione ad un mondo del lavoro, che non esiste. Perché questa “riforma” si basa sull’errata convinzione che l’elevata disoccupazione giovanile in Italia dipenda dal fatto che il nostro sistema formativo non offre competenze adeguate a quelle richieste dalle imprese. Ma come già sperimentato in molti paesi, dequalificare la forza lavoro per favorire un modello economico produttivo a bassa intensità tecnologica è controproducente per l’occupazione e la crescita produttiva del paese (G.Forges Davanzati, Micromega)”.
“Per non parlare delle demagogiche novità dell’alternanza scuola-lavoro, ora denominata “formazione congiunta” – precisano −, che inserisce l’alternanza nei periodi di interruzione dell’attività didattica, facendole diventare prestazioni gratuite degli studenti mascherate da percorsi educativi. Una riforma incostituzionale, che aumenta il divario tra scuole del centro e della periferia, tra Nord e Sud”.
“Vogliamo una riforma, che migliori la scuola – concludono i Sindacati −. Perché la nostra scuola era ed è buona, perché prepara teste ben fatte. Ma questa politica le vuole le teste pensanti? Firme, tante firme di sostegno a questa iniziativa, perché noi siamo e vogliamo una buona scuola”.
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