Cgil legge di stabilita

Domani quattro ore di sciopero per cambiare la legge di Stabilità

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Cgil legge di stabilitaQuattro ore di sciopero e una manifestazione davanti alla Prefettura dalle 9 alle 12.00. Domani, venerdì 15 novembre,  anche a Messina scatta la mobilitazione indetta a livello nazionale lo scorso 21 ottobre da Cgil Cisl e Uil  per chiedere al Governo di cambiare la Legge di stabilità.

Lo hanno annunciato questa mattina il segretario generale della Cgil di Messina, Lillo Oceano, e il commissario della Uil Messina, Carmelo Catania  nell’ambito di una conferenza stampa che si è svolta nel Saloncino della Camera del Lavoro di Via Peculio Frumentario.

Al centro della mobilitazione la richiesta di un cambiamento netto della Legge di stabilità che secondo i sindacati non realizza quella svolta necessaria a rilanciare il paese, l’economia e l’occupazione.

“Questa legge di stabilità ancora una volta non affronta i problemi veri del Paese e il problema del lavoro e dei lavoratori ed è per questo che chiediamo che venga cambiata-  ha spiegato Lillo Oceano segretario generale della Cgil di Messina-. Per far ripartire il paese occorre restituire reddito a lavoratori e pensionati e far ripartire il lavoro abbassando la tassazione sui salari e sulle aziende che reinvestono, combattere l’evasione e tassare le rendite. Solo così possiamo invertire la rotta e dare una speranza di futuro ai giovani e a chi ha perso il lavoro”.

Quattro  i punti fondamentali sui quali i sindacati chiedono al Governo di modificare la Legge di stabilità: riduzione delle tasse per lavoratori e pensionati; rivalutazione delle pensioni; risposte e garanzie su Cassa integrazione e esodati; efficienza della spesa pubblica e stabilizzazione dei precari.

“Questa legge di stabilità così come presentata ha il solo obiettivo di stabilizzare il governo stesso – ha commentato Catania, commissario della Uil Messina-. È importante partecipare allo sciopero e alla manifestazione indetti dai sindacati perché occorre dare un segnale chiaro al governo in direzione della redistribuzione delle risorse degli sprechi e delle rendite verso i lavoratori e i  pensionati”. 

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