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Conferenza Metropolitana Area dello Stretto. La proposta di condivisione della Cgil

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StrettoMessina1La Cgil di Messina lancia la proposta di una “Conferenza Metropolitana dell’Area dello Stretto” per coinvolgere tutte le parti interessate (Istituzioni,  rappresentanze sociali e professionali, rappresentanze delle comunità locali) nel progetto di rilanciare lo sviluppo, l’occupazione, il futuro dell’intera area.

«Un’area  strategica — sottolinea Lillo Oceano, segretario generale delle Cgil — per lo sviluppo del Mezzogiorno e dell’intero Paese, con una funzione di cerniera tra Europa e Africa, Europa e Medio Oriente, centro geopolitico, multiculturale, logistico del Mediterraneo».

Per la Cgil, questa opportunità va sfruttata coinvolgendo sin dalla progettazione tutte le comunità potenzialmente implicate: i 51 comuni individuati dalla legge 9/86 e anche l’area di Reggio Calabria, «zone con vocazioni e anche problemi simili che insieme possono trasformarsi in risorse dal momento che l’Europa ha modificato il proprio approccio in materia di fondi e finanziamenti, privilegiando una attenzione nei confronti dei sistemi metropolitani, dei grandi aggregati urbani e di area vasta».

Per la Cgil di Messina i punti nodali cui guardare per il rilancio dell’economia e dell’occupazione sono: energie rinnovabili; risorse naturali; fonte alimentare; manifattura; turismo; salvaguardia dell’ambiente. «Il turismo — osserva Oceano — deve essere pensato come filiera, un sistema organizzato. Allo stesso modo è strategico ragionare di mobilità, trasporto merci e passeggeri, trasporto nazionale e trasporto locale in maniera trasversale ad ogni attività economica e umana».

Inoltre, prosegue: «Importante la creazione di un’Autorità portuale dello Stretto, da contrapporre all’ipotesi di accorpamento dell’autorità portuale di Messina con quella di Palermo, che assuma competenze sulle aree portuali di Messina, Milazzo,Reggio Calabria, Villa San Giovanni, Gioia Tauro, garantendo che, tra i Distretti della logistica, Messina, Reggio Calabria e lo Stretto abbiano adeguata considerazione».

«Sì alla Città Metropolitana – conclude Oceano —  ma servono contenuti e condivisione, partecipazione e idee. Seguire altre strade rischia di consegnarci un altro fallimento».

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