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Cgil Sicilia: “Riforma Province a rischio, possibile ritorno alle urne”

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provinciapalazzo“La riforma delle Province è il passaggio istituzionale più importante dopo lo Statuto, e la Regione non può permettersi di dare buca non varando nei tempi richiesti un progetto valido, cosa che porterebbe alle elezioni per il rinnovo dei Consigli provinciali. Si tratterebbe di una sconfitta inammissibile per tutta la politica». Lo sostiene la Cgil Sicilia che ha elaborato un progetto di riforma delle Province e chiesto incontri su di esso a tutti i gruppi parlamentari e al presidente della Regione.
Il primo incontro si è svolto ieri con il gruppo del Pd all’Ars. «C’è stata piena condivisione sulla proposta – dicono dopo l’incontro Mimma Argurio, segretaria regionale Cgil, e Giuseppe Citarrella, responsabile del centro studi del sindacato – e sul fatto che si tratti della riforma più importante dopo la scrittura dello Statuto, da cui dipenderà il futuro della regione».
La proposta della Cgil prevede assieme alle tre Città Metropolitane la creazione di Liberi Consorzi di area vasta di secondo livello in numero non superiore a sei (non andando oltre dunque assieme alle città metropolitane al numero delle attuali province), affidandone la gestione a un presidente e a un consiglio eletti tra i sindaci dell’area interessata e a costo zero. «Il punto – sostiene la Cgil – è mettere tutto il territorio regionale nelle condizioni di massimizzare le economie territoriali e di gestire al livello territoriale le risorse comunitarie sotto la regia della regione».
Secondo il progetto della Cgil alle Città Metropolitane e alle aree vaste vanno anche decentrate funzioni e competenze per ora svolte dalla Regione con scarsi risultati. Il sindacato pone sul tappeto anche i problemi da affrontare: da quello di chi pagherà i due miliardi di debiti delle Province, alla ripartizione delle principali imposte (trascrizione e assicurazione), fino alla questione dei compiti oggi svolti dalle Province in relazione all’organizzazione periferica dello Stato (protezione civile, questure, prefettura, ecc.).
“Bisogna evitare il caos – dice Mimma Argurio – e non tornare indietro, cogliendo questa importante opportunità di riorganizzazione della macchina amministrativa per produrre efficienza e contenimento dei costi. Questo contribuirebbe a creare i presupposti per il rilancio del sistema economico e avvierebbe un percorso che dovrà concludersi con una riforma complessiva delle autonomie locali”.

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