Gran finale per l’ultima giornata della sessione estiva messinese di Metamorfosi, la XVII edizione dell’Horcynus Festival, organizzato come sempre della Fondazione Horcynus Orca e della Fondazione di Comunità di Messina, quest’anno in collaborazione con l’Ambasciata di Spagna in Italia – la Spagna è il paese ospite del Festival 2019 – e la Fondazione con il SUD.
In programma al Parco Horcynus Orca di Capo Peloro la nuova drammaturgia siciliana, con la prima assoluta del progetto speciale Santa Samantha Vs. Sciagura in tre mosse, produzione del Teatro Biondo di Palermo, distribuzione a cura della rete teatrale Latitudini, con testo e regia di Rosario Palazzolo, scene di Luca Mannino, musiche originali di Francesco Di Fiore, luci di Alice Colla, assistente alla regia Angelo Grasso.
Tre spettacoli differenti, autonomi ma collegati come una sorta di narrazione seriale, per una trilogia che porta in scena sette personaggi che vivono e scompaiono, tornano e si alternano, crescono e mutano così come la storia. Una storia che si sviluppa intorno alla figura di Samantha, una bambina, una donna che nasce a Palermo e vive un’esistenza minima, fatta di cugine, di santissime marie, di credenze popolari che l’incoronano, suo malgrado, “Madonna in terra”, obbligandola a dispensare miracoli, a tutti i costi.
Si comincia alle 19.30 nella Sala Consolo del Parco Horcynus Orca con Lo Zompo, con Rosario Palazzolo. Un uomo fragile, insicuro ma di una potenza linguistica formidabile zompa letteralmente nel teatrino parrocchiale in cui sta per iniziare l’immancabile appuntamento mensile detto Della Rivelazione e obbliga l’uditorio – ovvero i miracolati – ad ascoltarlo, urlando e sospirando tutto il suo odio per una cultura del niente che pretende di determinare le esistenze, di ancorarle alla tradizione, di misurale col metro rotto di una Madonna che piange per il mondo intero. Ma il mondo intero è davvero troppo intero per poterlo contestare, e difatti saranno accuse forti e mirate come un bel buco nell’acqua.
Alle 21.15 l’Horcynus Festival si sposta nel Cortile del Complesso monumentale per Mari/age con Alessio Barone, Delia Calò, Chiara Italiano, Viviana Lombardo, Sabrina Petyx. Un congegno spaventoso, una festa pirotecnica, un incubo balthusiano invade la sala, sposta il pubblico, lo disarciona, gli impone di ridere per una storia triste, fissata su un tempo fermo, con l’orologio avanti e indietro. È anche un matrimonio, ovviamente, quello di Samantha, una giovane donna obbligata a distribuire miracoli in una Palermo decadente e trash. Ed è la storia di Rita e Fatima, le terribili cugine, due signorine perfettamente a loro agio nel ruolo di mantenitrici di un equilibrio malsano.
La trilogia si conclude Una stanza della morte, una donna che attende il corpo della figlia sputando odio e sarcasmo, prendendosi gioco della sintassi comune. Un corpo preteso e conteso col pubblico, che sarà un antagonista ideale, muto e terribile, detentore di qualsiasi decisione. Uno spettacolo rabbioso, beffardo e struggente, in cui l’ironia e la disperazione confluiscono nel medesimo fallimento, quello di chi immagina un qualsivoglia buon senso.
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