“Messina in estasi per Vasco”. Il quotidiano cittadino titola così l’evento canoro dell’anno: il concerto di Vasco Rossi.
Quarantamila i messinesi presenti ieri sera allo stadio Sanfilippo; quarantamila in “estasi” per uno che la sua vita spericolata la vive a suon di bigliettoni. Uno che della trasgressione ne ha fatto un’arte, e quell’arte se la fa pagare cara.
Noi, che della disperazione ne stiamo facendo anche un’arte, quella di sopravvivere, eravamo (eravate) lì, presenti in massa, “estasiati”, ipnotizzati, grati a Dio, o chi per lui, che ci ha dato, almeno, Vasco.
Vorrei i nomi, uno per uno, dei 40mila messinesi che ieri si sono accalcati al San Filippo per assistere al concerto. Li vorrei per inserirli in una lista, quella che consentirebbe la loro chiamata a raccolta per eventi cittadini meno canori ma più utili al benessere della città.
Immaginate 40mila presenze all’adunata per salvare l’ospedale Piemonte; 40mila per mantenere l’Autorità Portuale, la Corte d’Appello a Messina; 40mila a sfilare in un corteo a tutela del trasporto marittimo e ferroviario nello Stretto.
Ricordiamolo l’impegno messinese. Non quello che fece grande la città, sede di un porto attivo, vitale per l’economia locale; non quello che le diede i fasti di una rassegna cinematografica; neanche quello che la mostrava pulita, accogliente, bella da vedere e da vivere. Mi riferisco a “l’impegno a non impegnarsi” della Messina degli ultimi anni. Parlo delle sue vergogne, la sua passiva condiscendenza, la sua inedia, la sua assenza di orgoglio cittadino, il suo “suicidarsi”.
Ecco perchè non parlerò di un evento canoro del quale non ho visto nulla, al quale, oltre alla doverosa pubblicazione della notizia, non intendo dare altro spazio. Non mi piace Vasco Rossi? Sì, mi piace, è bravo e da’ emozioni. Contesto chi ha partecipato al concerto? Assolutamente no. Alcune ore di sano distacco dal quotidiano vivere, in armonia con se stessi, fanno bene e andrebbero imposte come una tassa al cittadino.
E allora? E allora dico: messinesi, con lo stesso impegno, lo stesso ardore, accorrete numerosi quando c’è la chiamata per salvare un pezzo della vostra città. Quel pezzo che ci stanno strappando dà lavoro, dà vita, dà possibilità ai giovani di rimanere dove sono nati e cresciuti.
Consentirebbe a Messina, se solo partecipaste numerosi come a un concerto di Vasco Rossi, di non essere la città fantasma che ormai è.
Ecco perchè non parlo del concerto di Vasco Rossi.
Patrizia Vita
(17989)
solito inutile articolo qualunquista cui immotivatamente si da risalto
La penso esattamente come te, ho un senso di amarezza misto a tristezza da ieri sera.
Sono venuti anche da Malta e dalla Calabria.Ditelo alla giornalista.Parliamo invece delle centinaia di posteggiatori abusi e venditori di bibite e biglietti.Parliamo di questa Messina!
Io pensavo di essere nel bronks all arrivo ci hanno inseguiti migliaia di ragazzi con i motorini per il parcheggio una vera e propria estorsione compresi i 50 cent per arrivare allo stadio non abbiamo visto nemmeno un poliziotto.
Ci tengo a ricordare che il concerto era l’unico per Calabria e Sicilia. Quindi quanti, tra questi “messinesi”, erano di Catania, Palermo, Enna, Siracusa, Reggio Calabria, Cosenza, Catanzaro, Milazzo, Taormina, Calatabiano, Barcellona, Villa S.Giovanni, Randazzo, Patti, Capo d’Orlando ecc.?
Ma questo è un articolo serio o uno scherzo?
Patrizia Vita, concordo a pieno le tue parole.. mi andrebbe di dire a squarciagola risolleviamo questa città fantasma
Tutto corretto se non fosse che i Messinesi erano forse anche meno di un decimo dei 40 mila spettatori al concerto. I Messinesi sono troppo “Buddaci-Signori” per partecipare ad eventi così caotici!!
LA MAGGIOR PARTE DEI PRESENTI NON ERANO MESSINESI MA PROVENIVANO DALLA PROVINCIA O DA ALTRE PARTI.DI VERI MESSINESI NON CE NE SONO PIU’ OPPURE SI SONO RINTANATI NEI LORO GUSCI IN ATTESA DI SAPERE CHE MESSINA è MORTA E SEPOLTA. IL SUO GRIDO DI RACCOLTA RESTERA’ INASCOLTATA PERCHE’ NON FREGA A NESSUNO DELLA CITTA’, INTERESSANO SOLO I CONCERTI.