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“Morire di autostrada”. Sulle nostre si può

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ambulanzaUn altro fatale impatto, altro sangue sull’asfalto e un’altra famiglia a cui comunicare la terribile notizia: Angelo è morto. Una sola parola, morto, che cambierà per sempre la vita di chi la ascolta. Sogni, speranze, progetti infranti in un attimo. Immagini raccapriccianti anche ieri sulla Palermo-Messina, zona Villafranca, dove è morto Angelo Vesto. Traffico in tilt, un mezzo capovolto ed il corpo esanime sull’asfalto macchiato di sangue. La cronaca di questa tragedia, l’ennesima sulle nostre autostrade, squarcia la memoria di tutti coloro che hanno vissuto un’esperienza cosi devastante. Al dolore altro dolore.
Il ricordo di un’altra morte violenta. Un altro atto che si ripete. Un’altra vittima della strada strappata alla vita. La memoria di un altro lenzuolo bianco sull’ asfalto. Nino La Rosa, esalò il suo ultimo respiro, pochi chilometri prima in quello stesso funesto lunedì di tre anni fa. Anche lui, come Angelo Vesto, deceduto sul colpo. Anche lui schiantato contro un albero. Anche lui morto da solo, in un giorno di pioggia, come se il tempo volesse piangere quelle vittime. Anche lui un padre a cui è stato negata la parola addio. Anche lui un padre che non tornerà più a casa. Anche lui che non potrà più stringere a sè la figlia. Anche lui, mio padre, Nino La Rosa, morto in quel terribile tratto di strada. Un’altra sedia vuota ed un altro mazzo di fiori ai margini dell’asfalto. E solo un immenso dolore nel cuore di chi li ha amati. Due morti in quindici giorni. Nicola Tavilla, 55 anni, e Angelo Vesto, 47 anni, entrambi di Messina, sono le ultime due vittime di incidenti stradali. Una lunga serie di vite spezzate che hanno infranto i loro sogni sul freddo asfalto.
A pochi giorni da una delle tante udienze – il 9 gennaio – che vede accusati di omicidio colposo dirigenti e funzionari del Cas, ancora si muore. Senza che nulla sia stato fatto.
Probabilmente, in un paese “civile” come il nostro, che dalla morte di mio padre ad oggi, su quello stesso tratto di autostrada ha contato altre 14 vittime, “morire di autostrada” è come morire di malattia. Quante altre vite, ancora, prima che quel tratto sia messo in sicurezza?

Katia La Rosa

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