Accorinti tra dipendenti Atm

La scelta incerta di Elio e il “muro” certo di Renato – VIDEO della conferenza stampa

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Accorinti tra dipendenti AtmSono tra quelli che non credono alla versione ufficiale. Non credono che Elio Conti Nibali abbia rinunciato all’incarico di assessore perché vittima di attacchi della stampa e condizionamenti. Altrimenti non ci sarebbe un solo amministratore pubblico al mondo nei Paesi dove è in vigore la libertà di stampa che resti in carica. Sono tra quelli che ritengono che le accuse politiche debbano essere scisse da quelle giudiziarie e morali e che si debba replicare ma non rinunciare. Sono tra quelli che pensano che ci siano ottimi amministratori di Destra anche in una giunta con un sindaco anarchico. Sono tra quelli che credono che l’informazione sia un diritto di chi legge e un dovere per chi ha il diritto di scrivere, raccontare di parenti all’interno degli stessi uffici pubblici in cui si lavora.

Sono tra coloro che ammettono come legittimo che un sacerdote possa far politica, che ci siano assessori e consiglieri cresciuti sotto ideali cattolici e che sia una notizia da pubblicare far parte di una comunità dove si parli pure di amministrazione e non solo di versetti della Bibbia.

 

Sono tra i messinesi che pensano che sia più importante risolvere i problemi come la disoccupazione, gli stipendi che non arrivano, evitare i disservizi e far crescere culturalmente ed economicamente una città. E che la nomina di un assessore con tutte le sue opinioni dietro, al centro, in alto come in basso, sia fondamentale ma solo per gli addetti ai lavori.

Sono tra i cronisti stupiti e indignati dalla reazione del sindaco e dell’assessore Mantineo contro la stampa, prima tutta e poi una “certa”, perché gestire soldi pubblici, ricevere un’indennità pagata dai cittadini e lavorare per tutta la comunità e non per la propria azienda  sottoponga a chi ne ha il privilegio, per nomina o per elezione, a sottostare allo sguardo attento dei cronisti e non solo a occhi amici e poco aperti.

Sono tra quelli che pensano che effettivamente una parte di “quelli di prima” abbia provocato “disastri” e che quelli di oggi non siano da canonizzare per la loro onestà: sono esseri umani e professori universitari chiamati a incarichi pubblici e a rispondere ai problemi di un’intera città e non agli inchini degli studenti.

Sono tra coloro che pensano che il cambiamento non possa essere fatto a suon di show, proclami e annunci quando la campagna elettorale è chiusa da tempo.

Sono tra quelli che non piangono alle dimissioni di Filippo Cucinotta che dopo diciotto mesi ha pensato bene di “tradire” il giuramento fatto alla città tornando, per opportunità e convenienza, all’attività universitaria e come prima Sergio Todesco a Sinistra e Giuseppe Buzzanca a Destra.

Sono tra coloro che pensano che gli allievi di Cambiamo Messina dal Basso abbiano dimostrato nella conferenza stampa successiva a quella dell’amministrazione più maturità politica del loro sindaco “maestro” spiegando serenamente di voler un confronto sull’assessore e non imporre un nome, che siano rispettati i punti della campagna elettorale e realizzati e che con la stampa hanno tutta la voglia di parlare, contestare e replicare.

Nel ciclismo, come in politica, è il gioco di squadra tra gregari, attese, tattica, salite e sfide a cronometro a fare del vincitore il migliore e non il contrario.

Non è l’uomo solo al comando con due o tre comprimari a gridare ogni giorno di tirare la volata ed essere in testa quando le immagini mostrano solo un confuso “gruppone”. @Acaffo

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