La Regione di Bengodi: il popolo langue ma c’è chi si sazia alla tavola del “Rivoluzionario”

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C’è chi si aspettava che il presidente Rosario Crocetta rivoluzionasse il sistema politico e amministrativo siciliano: in questi anni fu “il nulla”, ma adesso vi è la certezza che, con il supporto di qualche deputato, abbia rivoluzionato i tempi burocratici… Almeno quelli a favore degli alti burocrati.

Il ddl che costituisce una sorta di “sanatoria” (che potrebbe consentire alla casta dei dirigenti regionali di alto livello la mancata restituzione di milioni di euro , loro elargiti illegittimamente dal 2012 come emolumenti stellari per doppi incarichi) è stato approvato dalla Commissione Bilancio a velocità più veloce di quella della luce, e così la Regione Siciliana potrebbe rinunciare alla restituzione di una barcata di euro che il CGA ha stabilito che non spettino loro.

A prescindere dalla fondatezza o meno delle pretese degli alti dirigenti, non si può che rilevare che in questo caso nessun intoppo, nessuna “osservazione”, nessuna perdita di tempo tra i meandri sempre ingrippati della burocrazia regionale che normalmente, dalla notte dei secoli, impiega mesi o anni per esitare carte e partorire normative che, quando non vi si perdono, spesso non vedono neppure la luce: quando si vuole, si può.
Eppure il CGA il 5 agosto del 2014 aveva con chiarezza statuito (in tema di applicabilità del comma 24 dell’art. 11 della legge 26 del 2012), che gli incarichi conferiti in seno all’organizzazione regionale ai dirigenti generali non dovessero essere compensati ulteriormente e “a parte”, rispetto a quanto già percepito per la loro funzione, perché il loro normale, luculliano, compenso andava considerato omnicomprensivo.

La cosa strana, anzi decisamente assurda, è che a chiedere lo stop agli emolumenti e il recupero delle somme erogate (a partire dal 2012, grazie ad una norma della finanziaria a firma di Lombardo e Armao) è stata la stessa Regione, con i suoi “normali” tempi: infatti, dopo un anno da questa pronuncia del CGA, il Ragioniere generale, Salvatore Sammartano pare che sia stato fulminato dalla Luce sulla via del Palazzo d’Orleans e si sia accorto improvvisamente dell’esistenza di questa fatidica e scomoda pronuncia. Così, il 21 settembre scorso, ha emesso una circolare (che, sostiene qualcuno, sia da interpretare e, comunque, in talune parti errata) attraverso la quale bloccherebbe l’erogazione degli stipendi dei dirigenti generali in enti pubblici e società partecipate, con il conseguente recupero delle somme “illegittimamente” incassate dagli amministratori.
Va da sé che, sia giusta o sbagliata, questa circolare abbia fatto saltare dalla sedia (ma, purtroppo, solo virtualmente) Crocetta e i megagalattici- dirigenti regionali che erano stati nominati dallo stesso governatore in sostituzione dei precedenti (con la motivazione che quelli precedenti costavano troppo ed erano troppi e dunque ne avrebbe ridotto il numero). Ha ridotto i loro emolumenti? No. Ha ridotto il loro numero? Ma neanche per idea.
E ora lui, che ha evidentemente un cuore d’oro, corre ai ripari e desidera regalare a costoro qualche altro “spicciolo”. La cosa non ci stupisce e, anzi, ci pare giusto e normale che lo faccia, perché ciò è in perfetta sintonia con altre precedenti “uscite” di sua Maestà Governatore, apparentemente astruse, ma che hanno una loro ragione di essere, che nulla ha a che vedere con il bene comune. Una per tutte, per esempio, l’aver “regalato” allo Stato italiano 10 – 15 miliardi di euro, nel mentre che la Sicilia muore d’inedia, rinunciandovi nell’estate dello scorso anno quando ha apposto la firma sul famigerato accordo-capestro con il governo nazionale di Matteo Renzi. Chissà perché?

Da giorni, attraverso varie testate giornalistiche, l’ineffabile Rosario Crocetta subisce attacchi per questa che sembrerebbe essere una sua ennesima smarronata, come se lui fosse il “Re” della Sicilia e, dunque, solo lui l’artefice di cotanta signorile regalia configurante una sottrazione di denaro dalle casse della Regione. Denaro che dovrebbe, invece, essere speso per altro di più utile per la popolazione (per esempio nella sanità falcidiata assurdamente e irresponsabilmente, a discapito della salute dei cittadini, soprattutto laddove vengono chiuse strutture ospedaliere importanti per il territorio). Non si tiene conto che se costui ha fatto sinora tanto danno alla Sicilia, significa che i deputati che compongono il Parlamento regionale gliel’hanno consentito.

Dov’erano, per esempio, i deputati di Forza Italia, di Sicilia Democratica, del Nuovo centro destra, del gruppo misto quando questo ddl è stato esitato dalla Commissione bilancio?
Allo stesso modo, dov’erano i deputati regionali di tutti i partiti quando è stata esitata la legge sull’abolizione delle province (che è un assurdo sotto molteplici punti di vista, come dimostrato)?
Dov’erano costoro quando in parlamento sono state approvate disposizioni di legge che solo danno apportano alla Sicilia?
Non c’erano e se c’erano dormivano?

Non è solo a causa di Crocetta che la Sicilia è nella melma, ma di tutti, tranne qualche rara eccezione che da sola può far poco. Colpa della cosiddetta maggioranza, perché è correa dei “misfatti” del Governatore; della minoranza che, quando non si rende complice, dimostra di essere incapace di opporre una seria e credibile opposizione; dei deputati dell’una e dell’altra che, pur di non lasciare la propria poltrona, non lo mandano a casa.

Ma è anche colpa dei cittadini siciliani che, abituati nei secoli a soggiacere, pressoché silenti, a invasioni, tirannie, ruberie, angherie, occupazioni, sembrano ancor oggi incapaci di reagire, non sanno fare sentire la propria voce, non scendono in piazza, non vanno a votare e quando ci vanno non lo sanno fare. Ma soprattutto è colpa delle “teste pensanti” e degli spiriti intelligenti, preparati, liberi e onesti, che stanno lontani dalla politica e non uniscono le proprie forze per fare fronte comune contro il pressapochismo oggi imperante nell’attuale panorama politico, non solo nella nostra isola.

Di seguito la composizione della Commissione Bilancio:

Antonino (detto Nino) Dino: eletto UDC oggi gruppo misto;
Giovanni Di Giacinto: eletto Lista Crocetta oggi gruppo Megafono – P.S.E;
Vincenzo (detto Enzo) Vinciullo: eletto PDL oggi Nuovo centro destra;
Giorgio Ciaccio: Movimento 5 stelle;
Claudia La Rocca: Movimento 5stelle;
Roberto Saverio Clemente: Cantiere Popolare oggi iscritto al gruppo Grande Sud- PID Cantiere Popolare verso Forza Italia;
Giuseppe Milazzo: eletto PDL (subentrato all’on. Francesco Scoma eletto senatore della Repubblica), oggi gruppo Forza Italia;
Riccardo Savona: eletto Grande Sud, oggi Forza Italia
Antonello Cracolici: eletto PD gruppo PD;
Luca Sammartino: eletto UDC oggi gruppo PD;
Giuseppe (detto Peppino) Lupo: eletto PD oggi stesso gruppo;
Carmelo Currenti: eletto con Lista Musumeci oggi Gruppo Sicilia Democratica;
Nicola D’Agostino: eletto nel Partito dei siciliani- MPA oggi gruppo misto;
Giovanni (detto Roberto) Di Mauro: eletto nel Partito dei siciliani- oggi stesso gruppo.
Vicky Amendolia

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