Genovese “svuotaPD”: è piccolo ma picchia duro

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Ovunque vada è un successo. Francantonio Genovese trascina. L’ex leader del Pd siciliano, nei pochi giorni da uomo libero, ma in attesa di giudizio, ha fatto man bassa nel Pd di casa. Molti, infatti, si sono già dichiarati pronti a seguirlo nel suo passaggio a Forza Italia. E tutto lascia credere che il partito di Berlusconi, che a Messina, in verità, è alquanto frammentato, possa ritrovare nuova linfa sotto la guida del ‘pibe de oro”. Quell’uomo dal volto mite mostra di avere la forza del combattente. Imputato, detenuto con ben 19 mesi di carcere sulle spalle, agnello sacrificale sull’altare delle elezioni Europee di un partito cui aveva portato ben ventimila voti, per lui, si può dire, è arrivato ‘il giorno della vendetta’.

La resa dei conti è di qualche giorno fa, con l’abbandono del Pd da parte di Genovese, ma la strada è lunga da percorrere, perchè se dal ‘vecchio’ c’è chi lo segue a gambe levate, nel ‘nuovo’ c’è chi non lo
accoglie a braccia aperte. La dirigenza di Forza Italia a Palermo, ad esempio, appare diffidente in merito all’ingresso del messinese. Il deputato FI Basilio Catanoso, catanese, ad annuncio non ancora ufficiale, aveva trasmesso in una nota:

Apprendo del possibile passaggio in Fi dell’ex parlamentare messinese Genovese e dei suoi amici. Sarebbe assurdo. Invece di guardare all’esterno della politica, aggregando le tante energie disponibili e i tanti italiani e siciliani che cercano un riferimento nel centrodestra, si guarda al passato e, comunque, dalla parte sbagliata. Scimmiottare le vergognose campagne acquisti del Pd, aggregando a noi personale di un partito di sinistra ormai allo sfascio, appunto il Pd, senza più riferimenti politici e morali, appare oltre che inopportuno un grande errore e rischia di fare perdere al centrodestra un appuntamento con il popolo italiano che non vuole più giochi di palazzo ma qualcuno che possa rappresentare le proprie istanze, le proprie aspettative e gli interessi legittimi”.

Per alcuni forzisti, poi, oltre la provenienza politica, a motivo della “non accoglienza” c’è anche la vicenda giudiziaria che vede imputato Francantonio Genovese, quella relativa alla inchiesta messinese ‘Corsi d’oro’ , sul mondo della Formazione.

Dato, questo, che per il commissario di Forza Italia in Sicilia, Gianfranco Miccichè ( lui a prendere per mano Genovese nella fase del trasbordo) è poco rilevante. ” Giudizio in corso – ha dichiarato Miccichè – Non è ancora stato giudicato colpevole”.

Certo, andrebbe ricordato a chi si appella al rigore d’immagine politica che, se la new entry messinese è imputata in un processo, la procura palermitana ha già parecchia carne al fuoco sulla ‘brace’ delle inchieste. Ne ricordiamo giusto una, quella sulle spese pazze all’Ars, che vede a processo ben 13 capigruppo dell’Assemblea regionale siciliana, tra questi anche il forzista Innocenzo Leontini.

Per il resto, da destra a sinistra passando per il centro, si registra tanto stupore. Uno “stupore che stupisce”, va detto, visto che da tempo la Sicilia è terra di trasformismo, di voli politici, di impasti, inciuci, accordi sotterranei. Mutazioni genetiche che vengono giustificate dai voti. E, di quel voto, importa poco l’origine, la liceità, la fedeltà. Conta sola la ‘pagnotta’ di oggi.

Patrizia Vita

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