Nel cartellone del Festival “Teatro dei Due Mari”, andrà in scena venerdì 7 agosto, alle 21, fra i reperti archeologici della Villa Romana di Patti, lo spettacolo “Aiace” di Ghiannis Ritsos, con Graziano Piazza (attore e regista) e Viola Graziosi: una rilettura della tragedia di Sofocle filtrata dalla lucida e cruda visione dell’uomo moderno dello scrittore novecentesco, considerato uno dei più grandi poeti greci del ventesimo secolo.
Dai fasti delle vittorie fino al grottesco e tragico epilogo, la rappresentazione ripercorre la storia di un eroe che si sente inadeguato al proprio ruolo e che rivendica il proprio sentire umano; un eroe che per imposizione di un destino beffardo, che gli ha assegnato un compito troppo più grande di lui, non può permettersi di essere una persona normale, con i problemi e i difetti di tutti.
È un dramma interiore, quello dell’Aiace di Ritsos, che compie gesta ridicole nello sforzo ossessivo di difendere i propri trofei e che alla fine scopre la liberazione nella perdita di ogni cosa.
Da una parte l’obbligo di essere un eroe “per forza”, dall’altra l’impotenza della normalità: è in questa dicotomia che si consuma la tragedia di un uomo che combatte le sue vicende quotidiane e che al contempo si confronta con il suo stesso mito, “in grado di permearci di grandezza e di impotenza quando ci sorprende nelle pieghe consuete della nostra esistenza contemporanea”, come scrive Graziano Piazza nelle note di regia.
A ripercorrere le vicende dell’eroe, Aiace tuttavia non è solo. Accanto a lui c’è una donna, che forse è una proiezione, o un miraggio. O forse è il protagonista a essere una proiezione ed è la stessa donna a guardarlo nel suo ricordo, nella domanda di un’assenza, nello sguardo lontano di un incomprensibile suicidio.
Morto ad Atene nel 1990, Ghiannis Ritsos è stato uno dei maggiori poeti greci del secolo scorso. Comunista e scrittore impegnato politicamente, ricevette nove candidature al premio Nobel per la Letteratura senza riuscire mai a vincerlo. Fra le sue opere più importanti: Trattori (1934), Piramidi (1935), Epitaffio (1936), Veglia (1941–1953).
Attore e regista teatrale (ma non solo), dopo il debutto avvenuto nel 1983, Graziano Piazza ha lavorato con alcuni fra i più importanti registi della scena nazionale e internazionale come Luca Ronconi e Peter Stein, alternando spettacoli classici a una ricerca personale di personaggi con una forte connotazione contemporanea. Da regista ha messo in scena, fra gli altri, autori come Jane Cox (Il desiderio di conoscere), Copì (La donna seduta) e Theo Van Gogh (L’Intervista). Ha inoltre preso parte a diverse fiction televisive (Don Matteo, La squadra, Centovetrine, Carabinieri, Un posto al sole) e opere cinematografiche come Valzer di Salvatore Maira, Sopra e sotto il ponte di Alberto Bassetti e La cosa giusta di Marco Campogiani.
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