È arrivata qualche giorno fa la notizia che “Horse & Canadair“, la foto scattata, a Messina nel 2017, da Simona Bonanno ha vinto il secondo premio al LensCulture Street Photography Award; tra 39 fotografi provenienti da 18 paesi diversi. «”Horse & Canadair” – ci racconta Simona – è l’immagine più rappresentativa delle 19 ore vissute mettendo in salvo i nostri cavalli dagli incendi boschivi (dolosi) che hanno imperversato per giorni le colline messinesi di Giostra e Annunziata nel luglio del 2017.
La notte del 10 (rientravo dal Festival di fotografia di Arles) le colline intorno al maneggio della cittadella universitaria, allora Cus, bruciavano. Abbiamo evacuato le scuderie e portato i cavalli altrove, alcuni dei quali, il mio compreso, nell’allora campo di calcetto. Lì abbiamo trascorso la notte in attesa che i canadair si levassero in volo per spegnere i roghi. Il giorno seguente, dopo una fase apparentemente sotto controllo, le fiamme spinte dal vento hanno l’ambito l’intero perimetro della cittadella, costringendo l’evacuazione di tutti gli impianti.
Con il mio iPhone – continua Simona Bonanno – ho bloccato il momento in cui il canadair si alzava sulla verticale per gettare acqua nella collinetta protesa verso l’interno della cittadella: accanto alla porta di calcetto, in primo piano, il pony bianco mascotte del maneggio. È una foto potente e piena di mistero. Cosa fa il cavallo nella porta di calcio, cosa fa l’aereo, cosa sta accadendo. Il bianco e nero amplifica il mistero: il canadair privo dei colori tipici ricorda un aereo da guerra, l’acqua sembra fumo scuro».
La fotografia di Simona Bonanno
“Horse & Canadair” ha già vinto numerosi premi internazionali, tra cui: Life Framer, Prix de la Photographie Paris, International Street Photography, All About Photo, The Independent Photographer. È stata esposta in USA, a San Francisco e Santa Monica, a Berlino e Londra. Simona, quando e perché hai cominciato a fare la fotografa? «Ho iniziato per caso, nel 2007. Avevo da poco ritrovato le diapositive fatte durante il corso di studi in Accademia, “archiviate” dopo i continui “sei negata” del mio professore del corso Fotografia. Ho capito che le competenze sul digitale acquisite nel frattempo potevano darmi una spinta più nella creazione delle mie immagini. Il mio linguaggio fotografico lo definirei in una parola: eclettico. La mia personalità e la mia formazione artistica mi permettono di spaziare tra più generi e linguaggi».
Generi e linguaggi che prendono forma attraverso approcci diversi. «Uno scientifico fatto di ricerche, studio e scrittura in cui la parte fotografica è solo la conclusiva; un secondo, – racconta Simona Bonanno – che chiamerei “casuale”, in cui da un paio di immagini estemporanee costruisco un progetto che man mano si evolve e prende forma; ed infine l’approccio di pancia, quello passionale, che comprende quasi tutta la mia produzione street e che paragonerei ad una battuta di caccia grossa. Alle volte si torna a bocca asciutta, altre volte parecchio appagati».
Così come è successo dopo il Premio del LensCulture Street Photography. «Questo premio rappresenta per me una grande soddisfazione: la rete fotografica è leader nel settore con una copertura globale, celebra le tendenze della fotografia contemporanea nel mondo raggiungendo mensilmente oltre 3 milioni di utenti. La giuria di prestigio è composta da editori, galleristi, curatori e personalità del mondo della fotografia internazionale». A maggio 2023 Simona Bonanno parteciperà, in qualità di vincitore, alla mostra a Londra durante il London Photography Festival.
(Foto di copertina di Valentina La Rosa)
(1375)