Irene Molinari: “Timida e pudica? No, Rosina è molto più di questo”

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Irene MolinariDa Carmen al Barbiere di Siviglia. L’estate del mezzosoprano Irene Molinari procede senza sosta all’insegna della stagione lirica allestita al Teatro Antico di Taormina dal regista e scenografo Enrico Castiglione. Un cartellone ricco di appuntamenti quello proposto dal Festival Euro Mediterraneo, in collaborazione con la sezione Musica&Danza di Taormina Arte di cui lo stesso Castiglione è direttore artistico, e che sta facendo registrare un grandioso successo di pubblico e critica. La “Trilogia di Siviglia”, infatti, arricchirà le serate taorminesi fino al 14 agosto non solo conIl Barbiere di Siviglia (8, 11,14) e Carmen (7, 10, 13), ma anche con Don Giovanni (9-12). Tutte le recite avranno inizio alle ore 21.30.

Il cast artistico del Barbiere firmato dall’inesauribile estro creativo del maestro Castiglione, si avvale di nomi di primo piano nel panorama nazionale ed internazionale: nel ruolo del titolo il baritono tedesco Daniel Ochoa, mentre il tenore Filippo Pina Castiglione sarà il Conte Almaviva. I bassi Marcello Lippi e Giovanni Di Mare saranno rispettivamente Don Bartolo e Don Basilio, Berta e Fiorello saranno interpretati da Emanuela Grassi e Daniele Bartolini. Nei panni della bella Rosina vedremo appunto il mezzosoprano Irene Molinari. A realizzare gli abiti di scena è la raffinata costumista Sonia Cammarata, nota per il suo gusto elegante e ricercato. Il maestro Jacopo Sipari di Pescasseroli dirigerà l’orchestra del Festival Euro Mediterraneo, il Coro Lirico Siciliano sarà guidato da Francesco Costa.

Irene Molinari si è diplomata e laureata con lode presso il Conservatorio di S. Cecilia di Roma e attualmente si sta perfezionando sotto la guida del famoso mezzosoprano Bruna Baglioni. Ha interpretato, tra gli altri, i ruoli di Fenena (Nabucco, Verdi), Dorabella (Così fan tutte, Mozart), Lola (Cavalleria rusticana, Mascagni).

Rosina rappresenta la classica ragazza vissuta in una gabbia di cristallo. Lei che idea si è fatta di questa pupilla tenuta sotto scacco dal suo tutore?

«È una giovane dal carattere ben delineato e complesso. Sia dolce che forte, è determinata a lottare, utilizzando tutte le armi femminili a sua disposizione, contro Don Bartolo per poter prendere in mano la sua vita. A prima vista è timida e riservata, ma in realtà sa essere anche seducente e poi ha una nobiltà d’animo davvero invidiabile, ma soprattutto ciò che più mi piace di lei è la sua lealtà: quando il Conte Almaviva la chiede in sposa promettendole ogni sorta di fortuna, Rosina rifiuta poiché si è già promessa a Lindoro, un ragazzo umile e senza ricchezze, il quale in realtà è lo stesso Conte sotto mentite spoglie, ma lei non ne è al corrente e gli rimane comunque fedele».

Musicalmente parlando, quali sono le difficoltà e i pregi di questo ruolo?

«Le agilità rappresentano l’ostacolo più arduo, come è tipico del linguaggio rossiniano. Da parte mia sto cercando di fare in modo che la mia voce si pieghi alle innumerevoli sfaccettature di questo ruolo composto da Rossini, ma anche a quelle collegate all’interpretazione. Sin dal suo ingresso in scena, Rosina è una donna giovane ma non totalmente inesperta, sia umanamente che vocalmente, con l’andare avanti dell’opera non fa altro che variare continuamente il suo stato passando dall’essere vezzosa a seducente. Proprio per questo, Rosina è un personaggio davvero interessante da interpretare».

In che modo questa intraprendente fanciulla si relaziona con gli uomini che la circondano?

«Lei e Figaro sono molto complici ed è grazie a lui che riesce ad arrivare alla sua unione con il Conte e ad ottenere, finalmente, la tanto agognata libertàdi cui non ha mai goduto. Il suo rapporto con il Conte Almaviva/Lindoro, invece, è un po’ più particolare, soprattutto dal punto di vista musicale. Rossini, infatti, ha tessuto questa trama senza mai dare loro un momento di privacy, non sono mai soli sul palcoscenico, sono sempre disturbati da qualcuno, ma le note che li accompagnano sono assolutamente rivelatrici. A delineare quest’unione è la partitura e non l’azione drammatica».

Cosa può svelarci, nell’imminenza del debutto, di questo nuovo allestimento?

«Sarà una messa in scena assolutamente innovativa, ma come sempre accade con Enrico Castiglione, anche molto rispettosa della tradizione: il pubblico si troverà davanti ad una galleria d’arte del tutto originale. Certamente non mi sarei aspettata niente di meno da parte del maestro Castiglione, un’artista che ormai conosco bene e al quale mi lega un rapporto di stima reciproca consolidato nel tempo. È un regista che riesce sempre ad imprimere la sua visione personale dell’opera senza però mai tradire il volere del compositore. A tutto ciò, si sposa perfettamente il genio creativo di Sonia Cammarata, che per questo Barbiere ha realizzato dei costumi davvero straordinari: io mi sono già innamorata dei miei abiti, tutti costruiti su un gioco di fiori e colori sui toni del rosa, giallo e celeste, una serie di sfumature che richiamano la delicata femminilità di Rosina».  

 

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