Il percorso della mostra diffusa “A Sicilian Walk” fa una tappa a Fiumara d’Arte dove la grande scultura “Respiro” di Giacomo Rizzo sarà ambientata sulla spiaggia di ciottoli di fronte all’Atelier sul Mare, l’albergo d’arte che il mecenate Antonio Presti ha creato a Castel di Tusa.
“Respiro” è una grande scultura alta tre metri, realizzata da un calco di una parete di Montepellegrino, la montagna sacra di Palermo. Nel giorno in cui si inaugura questo terzo capitolo del progetto itinerante curato da Giusi Diana, sarà anche consegnata alla comunità “La materia poteva non esserci”, seconda opera recuperata della Fiumara, dopo la “Finestra sul mare” di Tano Festa, presentato un mese fa. La scultura venne realizzata da Pietro Consagra, e inaugurata il 12 ottobre 1986, ed era in condizioni di fortissimo degrado.
“Trasformiamo la resistenza degli anni passati, in resilienza in nome della bellezza – spiega Antonio Presti – le sculture riprenderanno vita ad una ad una, ricreando, con la loro rigenerazione, un atto di grande valenza culturale e politica. L’arte non si distrugge, è l’arte stessa a non permetterlo. E da sola, in quel valore di essere tempo, si rigenera”.
“La materia poteva non esserci” è una grande scultura frontale a due elementi, addossati, paralleli e distinti, bianco e nero, in un delicato equilibrio di pieni e vuoti. 18 metri di cemento armato in contrapposto cromatico, che testimonia il rapporto uomo-ambiente attraverso la razionalità della sua concezione e la leggerezza con cui il cemento armato si fa forma bidimensionale e percorribile.
“Respiro” invece è una scultura in cui Giacomo Rizzo lavora sul paesaggio naturale, isolano, un singolo frammento attraverso una materia plasmabile come gesso o silicone. L’opera è stata realizzata da un calco di una parete del monte (con una speciale gomma siliconica).
“Respiro” ossia “l’impronta” di Montepellegrino (il respiro della montagna) viene ricontestualizzato a Castel di Tusa e ambientato per la prima volta in un paesaggio naturale marino. “Portare la montagna al mare” – afferma Giusi Diana, curatore dell’evento – “crea concettualmente un effetto di straniamento, che dialoga con il paesaggio naturale circostante costellato dalle sculture ambientali della Fiumara d’Arte, celebrando la sacralità della natura e dei suoi elementi. Tronchi d’albero, parti di terreno, porzioni di prato, pezzi di scogliera o pareti rocciose, la cui impronta organica viene presa effettuando quello che si definisce uno “strappo”: è il metodo di Rizzo che lavora sulla superficie degli elementi naturali, cercando di carpirne, attraverso la pelle, il misterioso respiro, quella materia oscura che costituisce l’ 86 % della massa dell’universo e che risulta tuttora sconosciuta. E riporta il valore simbolico di un luogo sacro come Montepellegrino, alla sua scala umana: sale sulla montagna, ne isola una porzione e la ricontestualizza, ambientandola nel paesaggio marino di Castel di Tusa”.
Il restauro che interessa le sculture di Fiumara d’Arte, è stato finanziato da un Po Fers 2007-2013. La prossima opera che verrà “restituita” sarà “Energia mediterranea” di Antonio Di Palma, nei pressi di Motta d’Affermo. L’intervento più pesante e complicato riguarderà comunque il “Labirinto di Arianna” di Italo Lanfredini a Castel di Lucio, di certo l’opera nelle condizioni peggiori.
A Sicilian Walk (3 luglio-19 settembre): è un progetto di mostra diffusa sul territorio siciliano a cura di Giusi Diana: nasce seguendo le tracce dell’opera di Richard Long di proprietà del Museo Riso, diretto da Patrizia Li Vigni, da dove è partito questo “viaggio” in cinque tappe attraverso quattro province siciliane e cinque fra istituzioni pubbliche e fondazioni private impegnate nella promozione dell’arte contemporanea. La prima tappa è stata dunque al Riso, poi le Orestiadi di Gibellina, oggi Fiumara d’Arte; seguiranno il 24 luglio, due mostre: la prima nell’ex scuola rurale del Parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi di Agrigento (che ospiterà proprio il textwork di Richard Long insieme ai dipinti di Giuseppe Adamo) e la seconda alle Fabbriche Chiaramontane, che si aprirà al video, all’opera-neon e alle installazioni oggettuali di Filippo Leonardi; alle opere dei giovanissimi video-makers catanesi del collettivo Nuovo Cinema Casalingo.
La Fiumara d’Arte nata nel 1986 lungo gli argini del fiume Tusa, nel Messinese, dall’intuizione del mecenate Antonio Presti, era da anni in uno stato di abbandono; sette delle otto istallazioni firmate da alcuni tra i più grandi artisti del Novecento, giacevano rovinate, consunte dal sole; la maggior parte in cemento armato, ormai corrotto dal suo interno. La Finestra sul Mare di Tano Festa – l’opera più nota e visibile, ma soltanto terza per anzianità dopo La materia poteva non esserci di Pietro Consagra e Una curva gettata alle spalle del tempo di Paolo Schiavocampo – era tra le più rovinate e da questa è partito il più grande restauro di un museo all’aria aperta, mai realizzato. Dopo una lunga storia paradossale di sequestri e procedimenti giudiziari durata 25 anni, soltanto nel 2006 una legge della Regione Siciliana ha riconosciuto quel Parco di Fiumara d’Arte che oggi sta rinascendo pian piano. Sulla spiaggia di Castel di Tusa, Antonio Presti ha anche realizzato l’albergo-museo Atelier sul Mare, con stanze d’arte firmate dai maggiori artisti contemporanei.
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