Santi Formica: ecco perchè la Procura di Palermo lo ha indagato

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santi formicaNell’inchiesta che ha sconvolto Palermo ha un ruolo minore, ma è pur sempre sotto accusa. Santi Formica, ex Deputato della Regione Siciliana per 5 legislature, proprio nella qualità di Assessore regionale ex Lavoro, Previdenza Sociale, Formazione Professionale ed Emigrazione (dal dicembre 2006 ai primi mesi del 2008)- secondo l’accusa- “avrebbe ricevuto, quale utilità, il pagamento, tra marzo e aprile del 2008, di 3 fatture, per complessivi euro 9.660,00, emesse dalla GIP S.r.l. nei confronti della Sicily comunication S.r.l. per “pubblicità elettorale ”.
Perchè Formica avrebbe ottenuto quasi 10mila euro? Ecco cosa si legge sull’ordinanza:

“A fronte di ciò, ha sottoscritto i seguenti provvedimenti:
-direttiva assessoriale con cui è stato concesso il contributo al C.I.A.P.I. Palermo per il progetto Co.Or.Ap. con cui l’Assessore Regionale al Lavoro, Previdenza Sociale e Formazione Professionale della Regione Siciliana ( Formica ndr), “nell’ambito del proprio potere di indirizzo politico utile al Complemento di programmazione attuativo del POR Sicilia 2000/2006”, ha invitato “il responsabile della misura a richiedere al C.I.A.P.I. di Palermo l’elaborazione di una proposta progettuale”.
Ed ancora- sostiene sempre l’accusa- Formica avrebbe firmato una direttiva assessoriale per la integrazione del contributo concesso al C.I.A.P.I. Palermo per il progetto Co.Or.Ap. “con cui- si legge – lo stesso Assessore Regionale ha ravvisato “l’opportunità di proseguire le attività progettuali al fine di migliorare le politiche attive del lavoro necessarie allo sviluppo socio-economico del territorio siciliano “.

Pertanto,dalla lettura degli atti acquisiti presso l’Assessorato Regionale al Lavoro, è emerso che:
“FORMICA ha disposto la proroga delle attività di altri progetti del C.I.A.P.I. Palermo (IN.FO.A. e CAROVANA PER L’ORIENTAMENTO), mentre per il progetto FORMISPE, considerata la conclusione delle attività, ha disposto la “verifica dei costi sostenuti dall’Ente attuatore allo scopo di rilevare eventuali economie da impegnare per l’integrazione dell’azione IN “sensibilizzazione, informazione e pubblicità”.

“Dai fatti emersi-conclude l’accusa – non ci si può non interrogare sul fatto che le suddette direttive assessoriali a firma del FORMICA Santi, abbiano evidentemente agevolato il GIACCHETTO Faustino ( il pubblicitario ritenuto personaggio chiave dell’inchiesta ndr) nella perpetrazione dell’ignobile scempio delle risorse pubbliche concesse dalla Regione Siciliana in favore del C.I.A.P.I. Palermo”.

Il Ciapi (Centro interaziendale di addestramento professionale integrato), costituito nel 1970 come associazione senza fini di lucro e passato sei anni dopo sotto il controllo della Regione siciliana, secondo l’accusa, dunque, era stato trasformato in un meccanismo per risucchiare a vantaggio privato milioni di fondi europei. Emerge dall’inchiesta della Procura di Palermo che
il pubblicitario Fausto Giacchetto, considerato la figura centrale del malaffare venuto alla luce, aveva creato “un vero e proprio sistema criminale che, attraverso continui favoritismi ed elargizioni erogate a funzionari pubblici, politici, soggetti a vario titolo operanti nel settore della comunicazione e della pubblicita’, riusciva, da un lato, a far ottenere al Ciapi, che gestiva in piena autonomia, cospicui finanziamenti”.

Del ruolo di Formica, in particolare, i magistrati scrivono:
“Nel riscontrare alcune dichiarazioni è emerso che per lui una società ha pagato spese elettorale superiori alla soglia prevista senza effettuare le previste deliberazioni e la relativa pubblicità sociale all’indagato risultato poi eletto all’Assemblea Regionale Siciliana”.

Secondo quanto stabilito dalle indagini, la Regione Siciliana avrebbe stanziato ben quindici milioni di euro per l’avviamento al lavoro di circa 1.500 giovani disoccupati. Ma, per la procura palermitana, gran parte di quella somma sarebbe finita nelle tasche di politici e manager che la sperperarono in viaggi, cene e serate allegre con le escort. Il desolante risultato fu che solo poche decine di disoccupati hanno beneficiato del sostegno regionale.

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