È stata rinviata al 10 gennaio 2022 la sentenza del processo Fenapi, che vede coinvolto il sindaco di Messina, Cateno De Luca. Ieri, dopo un’udienza durata oltre 6 ore, il Giudice ha rimandato la decisione, che sarà presa tra 40 giorni L’accusa è di evasione fiscale, nell’ambito della gestione del patronato. Il Pubblico Ministero ha chiesto 3 anni di carcere per il Primo Cittadino.
Il dibattimento svoltosi ieri, giovedì 2 dicembre 2021, è iniziato alle 11.30 ed è finito intorno alle 17.30. Appena uscito dal Tribunale di Messina, il sindaco Cateno De Luca ha rilasciato alcune dichiarazioni in diretta Facebook, commentando brevemente quanto accaduto: «Speravo che il dibattimento si concludesse con la sentenza, ma purtroppo non è così, dopo 10 feste natalizie trascorse anche sulle carte giudiziarie, perché ho seguito ogni singolo procedimento legale, sono stato sempre a fianco dei miei legali. Anche oggi ho preso la parola, ho ribadito in 40 minuti quella che è l’ingiustizia già nel trovarmi in quest’aula di tribunale. Purtroppo, per motivi organizzativi, il Giudice ha comunicato che comunicherà la sentenza il prossimo 10 gennaio».
«Speravo – ha proseguito – in un po’ di serenità. Purtroppo non è così, dobbiamo attendere. Il Pubblico Ministero ha formulato la sua richiesta. Tre anni di carcere. Voglio ricordare a me stesso che il precedente processo, che scaturì a seguito del mio primo arresto, portò alla richiesta di 4 o 5 anni di arresto, poi finì con l’assoluzione perché il fatto non sussiste per le imputazioni principali. Per quelle secondarie ci siamo dovuti accontentare della prescrizione. Non auguro a nessuno quello che ho vissuto e continuo a vivere. L’ho vissuto senza ritirarmi dalle mie attività. E menomale. Ho cercato di continuare a vivere una vita normale, qualora si potesse definire normale questa vita, sempre accompagnata dai processi».
«Vado avanti a fronte alta – ha concluso, come sono abituato a fare. Tutto questo non rallenta minimamente la mia attività, i nostri programmi. Aspetteremo il 10 gennaio con l’augurio di poter festeggiare assieme un provvedimento che restituisca per l’ennesima volta quella dignità che in tutti i modi qualche anfratto di questo Palazzo ha cercato di togliermi. Finora sono incensurato: 17 processi, 2 arresti, e sono incensurato, e ne vado fiero. Io dai processi non sono mai scappato, perché non ho mai commesso reati che possano richiedere che il mio capo sia chinato per la vergogna».
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