Accusa e Difesa parzialmente soddisfatte, ieri sera, dalla sentenza emessa nell’ambito del processo scaturito dalla morte di Ilaria Boemi, la sedicenne messinese stroncata da una dose di Mdm (Maddi), una droga sintetica, mentre si trovava sulla spiaggia a ridosso del litorale nord del rione “Ringo”, a Messina, la notte tra il 9 e il 10 agosto 2015.
Nel troncone del processo relativo all’accusa di violenza sessuale e la cessione di hashish formulata nei confronti di Piero Triscari e Giuseppe Restuccia, i giudici della II sezione penale hanno condannato a 4 anni e 4 mesi Pietro Triscari; a 10 anni e 4 mesi Giuseppe Restuccia. Per il primo, il PM Stefania La Rosa aveva chiesto la pena di 10 anni, per il secondo 11 anni. Triscari è stato assolto dall’accusa di 2 violenze sessuali ( era imputato per 3).
Era lui il trentanovenne che quella sera si trovava con la ragazza e con una coetanea di Ilaria. Fu anche accusato di non aver chiamato tempestivamente i soccorsi nel vedere la ragazza manifestare i gravi sintomi che la portarono alla morte, oltre che abusi sessuali nei confronti di minorenni.
L’omissione di soccorso è stata successivamente modificata in abbandono di persona incapace. Subirà un processo a parte per questo reato.
Restuccia, invece, aveva ceduto hashish e marijuana a minorenni, oltre la droga sintetica che, dopo vari passaggi, fu ceduta a Ilaria.
Nel luglio 2016 , nel processo principale, era stata condannata a 6 anni e 8 mesi di carcere, con il rito abbreviato, Gaia Auteri, 19 anni, ritenuta anello finale della catena di cessione della sostanza stupefacente finita ad Ilaria.
Hanno difeso gli avvocati Salvatore Stroscio, Giuseppe Carrabba e Fabrizio Cosentino.
Patrizia Vita
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