“Morte di un povero viaggiatore”. Colpito da infarto mentre corre per raggiungere il traghetto. Oceano (Cgil): «Una morte che racconta disservizi»

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immagine14Il tempo è denaro, afferma un famoso detto, ma il “tempo”, giù al Sud, quando è legato ai trasporti, è fatto di infinite attese e corse a rotta di collo. E di corse si muore. È quanto accaduto a Villa San Giovanni, a un viaggiatore che, sceso da un treno proveniente da Roma, si è catapultato in una folle corsa, appesantito dai propri bagagli, per non perdere il traghetto. L’uomo è stato colpito da infarto. “Quasi certamente per la fatica della corsa” ― hanno detto i medici che lo hanno soccorso. Questa morte non riguarda solo il decesso casuale di un uomo, ma è, simbolicamente e drammaticamente, legata all’agonia e al degrado del Mezzogiorno. La Sicilia è stata tagliata fuori dai trasporti ferroviari. L’utente che si affida a RFI sa già che sta per affrontare un viaggio della speranza. Riuscirà a prendere la nave in tempo? E se dovesse riuscirci il tempo che ha a disposizione per raggiungere la coincidenza del treno sarebbe sufficiente? Interrogativi ai quali la morte avvenuta a Villa San Giovanni avrebbe già dato una risposta. Sulla vicenda si esprime anche Lillo Oceano, segretario generale della Cgil Messina, che afferma che questa tragedia non è solo personale, ma ci parla anche di altro: di totale abbandono, di difficoltà nei collegamenti, dovuta al ridottissimo numero di corse dei trasporti pubblici, di impossibili e prolungate attese. Qui da noi il servizio pubblico assomiglia più a un disservizio. E poi ci lamentiamo per gli alti livelli di inquinamento che interessano anche la nostra città, ma quale alternativa ha al cittadino se non quella di spostarsi con mezzi propri? Più che di mobilità, oggi parliamo di immobilità.    

 

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